La polizia iraniana ha arrestato il principale sospettato dell’omicidio di Amir Mohammad Khaleghi, studente 19enne di Economia all’Università di Teheran, ucciso giovedì scorso nei pressi del dormitorio durante una rapina.
Le forze dell’ordine hanno preso in custodia anche un presunto complice e tre persone accusate di ricettazione. Gli arresti sono stati eseguiti all’alba di martedì, come ha riferito il capo della polizia di Teheran, Abbasali Mohammadian.
Il principale indiziato, il 23enne Ahmad, era il passeggero di una moto guidata dal complice Amir. Entrambi hanno confessato l’aggressione di Khaleghi con un’arma da taglio per rubargli telefono e borsa. “L’ho colpito due o tre volte e siamo fuggiti”, ha dichiarato Ahmad, che ha peraltro specificato di aver saputo della morte solo due giorni dopo.
Il capo della procura criminale, Mohammad Shahriari, ha confermato che l’omicidio è avvenuto a scopo di rapina e ha annunciato una ricostruzione della scena del crimine. I media locali hanno mostrato immagini dei sospettati con i volti pixelati durante il trasferimento agli interrogatori.
L’omicidio ha scatenato forti proteste all’Università di Teheran. Per quattro giorni consecutivi, centinaia di studenti hanno manifestato con sit-in, accusando le autorità accademiche di negligenza nella sicurezza del campus. La tensione è esplosa quando le forze dell’ordine, tra cui agenti in borghese, hanno circondato l’ateneo, fermando temporaneamente alcuni manifestanti.
Il primo vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha ordinato un’“indagine urgente e approfondita” sull’omicidio di Khaleghi, ha dichiarato l’agenzia di stampa statale IRNA – mentre la portavoce del governo Fatemeh Mohajerani ha dichiarato venerdì su X che “la sicurezza degli studenti e la pace delle famiglie sono un dovere e una priorità per il governo”.
Le ultime proteste di rilievo all’Università di Teheran erano scoppiate nel settembre 2022 in seguito alla morte in carcere di Mahsa Amini, una giovane donna curda morta tre giorni dopo il suo arresto per aver violato il rigido codice di abbigliamento islamico iraniano non indossando il velo in pubblico.
Le università, in particolare quella della capitale, sono state storicamente in prima linea nell’innescare la minaccia del malcontento nel Paese – compresa quella del 1979 che rovesciò lo scià sostenuto dagli Stati Uniti.