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February 18, 2025
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Il DOGE di Elon Musk ora punta alle riserve auree custodite a Fort Knox

Respinta dal magistrato federale la richiesta di quattordici Stati di bloccare i tagli decisi dal miliardario della Tesla

Massimo JausbyMassimo Jaus
Magistratura a rischio: Trump accusa di “abuso di potere” chi blocca i suoi ordini

Elon Musk (sinistra) con in braccio il figlio X e Donald Trump (destra) nello Studio Ovale, 11 febbraio 2025 - Credit: White House

Time: 4 mins read

Caos, tensioni, dimissioni a raffica e mancanza di chiarezza sugli obiettivi che si vogliono raggiungere per i tagli nel settore pubblico finiti sotto la mannaia di Elon Musk che ora, come in un film di James Bond, prende di mira anche le riserve auree custodite a Fort Knox.

Con un ordine esecutivo spiccato il primo giorno del suo secondo mandato Donald Trump ha creato DOGE, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa, e ha messo Musk al comando. Da allora, il miliardario non eletto ha tenuto conferenze stampa dallo Studio Ovale per fornire aggiornamenti sulle azioni del Dipartimento a caccia delle “frodi e degli abusi” nei ministeri e ha twittato centinaia di volte al giorno, quasi sempre affermando cose non vere. Lo stesso Trump lo ha elogiato affermando che Musk sta lavorando per ridurre le spese del settore pubblico. Ma i risparmi, finora, sono solo sui licenziamenti e sui fondi già approvati dal Congresso che la Casa Bianca ha bloccato.

Lo scontro voluto da Donald Trump per reperire i soldi e programmare gli sgravi fiscali si preannuncia titanico. Il piano nato per eliminare “frodi e abusi per centinaia di miliardi di dollari”, finora ha visto solo l’allontanamento dal lavoro per migliaia di dipendenti pubblici. Delle frodi e degli abusi per il momento non c’è traccia. Ci sono solo licenziamenti, il taglio dei fondi all’USAID e la chiusura dell’Ufficio per la Protezione dei Consumatori. Con un “click” al computer oggi Musk ha licenziato 700 impiegati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). Tra le persone silurate ci sono alcune figure chiave, inclusi i direttori del Laboratory Leadership Service e del Public Health Associate Program for New Graduates. Risparmiati invece per il momento i membri dell’Epidemic Intelligence Service, noti anche come “detective delle malattie” del CDC. Né riescono a fuggire dalla mannaia di Musk i dipendenti della Homeland Security che, secondo la CNN, saranno epurati nei prossimi giorni. Le fonti hanno affermato che l’amministrazione Trump ha un “piano centralizzato” e un elenco di persone in posizioni di alto livello in ogni componente del DHS che saranno prese di mira questa settimana.

I licenziamenti si aggiungeranno a migliaia di tagli più generali iniziati nel DHS venerdì sera, che hanno preso di mira la Federal Emergency Management Agency, i servizi per la cittadinanza e l’immigrazione e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency.

Decisioni che mettono a rischio la sicurezza dei viaggi aerei, la fornitura di cibo, la qualità dell’aria e dell’acqua e la salute degli americani. E poi c’è anche l’accesso a personale non qualificato e non verificato che, non si capisce bene per quale motivo, ha avuto l’autorizzazione per entrare nei data system del Dipartimento del Tesoro e dell’Ufficio delle Tasse.

pic.twitter.com/MFhd7D35mr

— Elon Musk (@elonmusk) February 18, 2025

Mentre il DOGE licenzia, gli Stati, i sindacati, le università di ricerca e dipendenti federali si sono rivolti alle corti federali per cercare di fermare lo scompiglio istituzionale creato. Incredibilmente, Joshua Fisher, uno dei responsabili del personale della Casa Bianca, ha dichiarato in tribunale che Elon Musk non fa parte del DOGE, ma è un dipendente dell'”Ufficio della Casa Bianca” e ricopre il ruolo di consigliere senior del presidente. Affermazioni fatte al magistrato federale Tanya Chutkan che ha esaminato il ricorso presentato da 14 stati contro Musk, Trump e DOGE, che ritengono che la posizione del miliardario sia incostituzionale perchè opera senza essere stato eletto o confermato al Senato. Fisher ha detto che gli Stati “confondono l’influenza di Musk con l’autorità decisionale, affermando che le decisioni le prende Trump. “Musk non ha alcuna autorità effettiva o formale per prendere decisioni governative da solo” e che “può solo consigliare il Presidente e comunicare le direttive del Presidente”. Il magistrato ha quindi respinto la richiesta degli Stati affermando che non è stato dimostrato le decisioni del DOGE “causeranno un danno imminente e irreparabile in assenza di un ordine restrittivo temporaneo”.

Ciononostante l’offensiva continua. Con un post su X, Musk ha lasciato intendere che il DOGE deve verificare l’effettiva presenza delle riserve auree custodite a Fort Knox, nel Kentucky. “Alla ricerca dell’oro a Fort Knox…”, si legge nel post, dove è stato anche condiviso un messaggio pubblicato dal senatore repubblicano dello Utah Mike Lee. Quest’ultimo nelle settimane scorse aveva detto di aver tentato di verificare personalmente la presenza delle riserve auree all’interno della base, ma di essere stato respinto “perché non autorizzato”. “Chi ci conferma che l’oro non sia stato sottratto da Fort Knox? Forse è lì, forse no. Quell’oro appartiene al popolo americano! Vogliamo sapere se è ancora lì”, ha aggiunto Musk.

A Washington Michelle King, la capo pro-tempore della Social Security, si è dimessa dopo che Musk ha cercato di entrare nel sistema operativo della pensione sociale affermando che 20 milioni di centenari percepiscono i benefici. Ridicole false affermazioni tanto che la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt è stata costretta a smentire le “false notizie che alimentano la paura tra i pensionati: il presidente Donald Trump – ha detto – ha ordinato a Musk di limitarsi a identificare le frodi nel programma, le pensioni degli anziani sono al sicuro”.

Lo strapotere di Musk fa arrabbiare anche Steve Bannon, l’ex consigliere politico di Trump. In un’intervista con il sito web UnHerd, prende di petto il miliardario della Tesla affermando: “Musk è un immigrato illegale parassita”, che “vuole imporre il suo esperimento bizzarro e recitare la parte di Dio senza alcun rispetto per la storia, la tradizione o i valori del nostro Paese”.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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