Alberto Fernández, che durante il suo mandato si definiva leader femminista del paese avrebbe picchiato la compagna Fabiola Yáñez ai tempi First Lady per anni. L’accusa ufficiale contro di lui viene direttamente da un giudice istruttore di Buenos Aires, Julián Ercolini che ha condotto sette mesi di indagine sull’ex presidente. Fernández avrebbe perpetuato diversi episodi di violenza proprio mentre si trovava nella residenza ufficiale da dove si era espresso annunciando i piani governativi per combattere gli abusi domestici creando sulla stessa linea politica, il Ministero delle Donne. Il giudice lo ha accusato di aggressione aggravata come parte della violenza di genere, e mosso contro di lui diversi capi d’accusa di aggressione minore aggravata e minacce coercitive.
In una recente apparizione in tribunale, Fernández ha detto: “Se qualcuno nella relazione è stato aggredito, sono stato io. Se qualcuno ha dovuto sopportare insulti e maltrattamenti, ero io”, rifiutando qualsiasi altro commento ufficiale.
Come riporta il Wall Street Journal, il giudice Ercolini ha affermato che per otto anni Yáñez, che adesso ha 43 anni e non si è mai sposata ufficialmente con l’ex presidente, ha attraversato durante la sua relazione con lui durata 14 anni da cui è nato un figlio, “diverse fasi di violenza che hanno gradualmente spogliato la sua determinazione e la sua volontà di sfuggire alla situazione, cercare aiuto o denunciarlo alle autorità”. “Voleva controllarmi costantemente”, ha scritto Yáñez, descrivendo il suo trattamento come “terrorismo psicologico”. Attualmente Ercolini ha anche emesso un ordine restrittivo che vieta all’ex presidente di contattare Yáñez che adesso vive a Madrid. Come riporta il Post, in caso di condanna, considerati tutti i reati che gli vengono attribuiti, l’ex presidente rischia una pena massima di 18 anni di carcere.