Donald Trump si prepara a un’importante vetrina internazionale: il 19 febbraio parteciperà al FII Priority Summit di Miami, un incontro strategico con investitori sauditi e leader economici globali.
L’evento, organizzato dal Fondo Sovrano dell’Arabia Saudita PIF, il principale strumento d’investimento statale del paese, presieduto da Yasir Al-Rumayyan, vedrà la presenza di figure di spicco come i CEO di TikTok e Oracle. Un’occasione che il miliardario vuole sfruttare per consolidare rapporti e rilanciare la sua visione economica.
Il summit si svolge in un contesto geopolitico teso. Il leader repubblicano, che ha sempre promosso relazioni strette con Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita, punta a convincere gli investitori a portare fino a un trilione di dollari negli Stati Uniti. Finora, il regno ha promesso 600 miliardi nei prossimi quattro anni, ma il presidente americano mira a rilanciare l’asse economico tra Washington e Riyadh.
Tuttavia, la presenza di Trump all’evento arriva in un momento delicato. Le sue recenti dichiarazioni sulla necessità di trasferire i palestinesi dalla Striscia di Gaza hanno provocato intense reazioni nel mondo arabo. Il presidente però, non sembra intenzionato a fare passi indietro e continua a promuovere la sua visione di un grande accordo tra Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita, che includerebbe riconoscimenti diplomatici e investimenti in sicurezza.
Secondo l’invito ufficiale, il politico terrà un discorso di apertura alla conferenza, ribadendo il suo impegno per attrarre capitali stranieri negli USA. L’evento, sponsorizzato dal Future Investment Initiative Institute, un’organizzazione internazionale che promuove investimenti e favorisce il dialogo tra leader economici, imprenditori e istituzioni, conferma il peso economico dello Stato saudita, il cui fondo sovrano gestisce oltre 900 miliardi di dollari di asset e ha già investito più di 100 miliardi sul suolo americano dal 2017 al 2023.
La partecipazione di Trump all’evento di Miami sottolinea la complessità delle relazioni tra i due paesi. Se da un lato gli Stati Uniti spingono verso maggiori investimenti, dall’altro i leader arabi restano cauti sul dossier palestinese. Il re di Giordania, Abdullah II, dopo un recente incontro alla Casa Bianca, ha ribadito che non sosterrà il trasferimento forzato dei cittadini della Striscia di Gaza, ha lasciato intendere che la questione resta aperta.
L’incontro, resta quindi un appuntamento importante sul fronte economico e diplomatico, in una sfida che potrebbe ridefinire le alleanze internazionali dell’America.