Non solo Ucraina: la politica interventista che esclude l’Europa dell’amministrazione Trump prosegue le sue pressioni anche in Medio Oriente. Fianco a fianco, il segretario di Stato Marco Rubio al suo primo viaggio nella regione e il premier israeliano Benjamin Netanyahu tracciano le linee della loro politica congiunta: primo, le porte dell’inferno si apriranno se gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas non torneranno fino all’ultimo; secondo, “Trump ha chiaramente espresso la sua visione per Gaza: Hamas non può continuare a essere la forza dominante” nel territorio.
Alla dichiarazione congiunta si affianca la conferenza stampa: Trump “è il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”, ha detto Netanyahu al segretario di Stato americano Marco Rubio in conferenza stampa a Gerusalemme. “Israele e America sono spalla a spalla nel contrastare la minaccia dell’Iran. Siamo d’accordo che agli ayatollah non deve essere permesso di avere armi nucleari. Siamo anche d’accordo che l’aggressione dell’Iran nella regione deve essere ritirata”. Con il sostegno di Trump, ha affermato Netanyahu, “possiamo e vogliamo portare a termine il lavoro”.

Certamente Rubio ha discusso del cessate il fuoco a Gaza e avrà discusso della controversa proposta di Trump, secondo cui gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo della Striscia, ricostruirla dopo le devastazioni di 15 mesi di bombardamenti israeliani, farne una “riviera del Medio oriente” e trasferire altrove (dove, non si sa) i suoi oltre 2 milioni di residenti, cosa che secondo gli esperti equivarrebbe a una pulizia etnica.
Nel frattempo, con l’arrivo di Rubio, la notte scorsa in Israele è anche giunto un carico di bombe pesanti americane MK-84: Trump ha revocato l’embargo imposto dall’amministrazione Biden sull’export di queste munizioni, informa il Dipartimento della Difesa. Rubio è atterrato a Tel Aviv sabato poche ore dopo il sesto scambio di prigionieri previsto dalla fragile tregua fra israele e Hamas (tre ostaggi israeliani contro 369 prigionieri palestinesi). Dopo Gerusalemme, si recherà in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti.

I negoziati sulla seconda fase della tregua dovrebbero cominciare la settimana entrante a Doha. La Casa Bianca ha detto di essere aperta a altre idee da parte dei paesi arabi ma per ora “l’unico piano è quello di Trump”. Il quale scrive su Truth Social: “Israele dovrà decidere cosa fare. Gli Stati Uniti sosterranno la sua decisione”.
L’esercito israeliano ha intanto dichiarato di aver effettuato un raid aereo nelle prime ore di domenica contro persone avvicinatesi alle sue forze nel sud di Gaza. Nell’attacco, secondo Hamas, sarebbero rimasti uccisi tre poliziotti palestinesi che stavano assicurando l’ingresso di camion di aiuti vicino a Rafah, al confine con l’Egitto.