Un anno dopo la morte dietro le sbarre di un carcere siberiano di Aleksei Navalny, i suoi sostenitori si preparano a ricordarlo con eventi commemorativi, nonostante i rischi di ritorsioni per coloro che visiteranno la sua tomba a Mosca. Un evento che assume risonanze anche per le polemiche che circondano le possibili concessioni dell’amministrazione Trump a Mosca a riguardo del futuro dell’Ucraina invasa dalle truppe russe.
Il leader dell’opposizione russa è morto in una colonia penale artica il 16 febbraio 2024 in circostanze non chiarite.
Intanto, il movimento di opposizione russo – costretto all’esilio da una repressione senza precedenti – è afflitto da lotte intestine e gravemente indebolito dalla perdita del suo leader. Esiliati in vari Paesi, i suoi esponenti di spicco hanno cercato di rilanciare la lotta contro il lungo regno del presidente Vladimir Putin anche in Russia, dove le critiche alle autorità sono severamente punite.
Intervistato da La Repubblica, Il 42enne Nikolaj Ljaskin è l’unico stretto collaboratore di Navalny a non avere lasciato la Russia. Capo del quartier generale moscovita della campagna presidenziale nel 2018, ha subito fermi e persino un’aggressione con una sbarra di ferro. Oggi dice: “La sua eredità vive nelle sue idee, ma qui ormai lo Stato punisce pure i like sui social”.
Navalny è stato dichiarato “estremista” dalle autorità di Mosca, una sentenza che rimane in vigore. In Russia, chiunque menzioni Navalny o la sua Fondazione anticorruzione senza dire che sono “estremisti” è soggetto a multe o a una pena fino a quattro anni di carcere.
“I sostenitori di Alexei terranno eventi commemorativi in tutto il mondo”, ha scritto su Telegram l’ex collaboratore di Navalny, Leonid Volkov,. “In alcuni luoghi ci saranno manifestazioni o marce, in altri verrà proiettato il documentario Navalny, in altri ci saranno cerimonie commemorative”.
“Ovunque voi siate, in Russia o all’estero, speriamo davvero che il 16 febbraio incontrerete persone che la pensano allo stesso modo”, ha scritto Volkov, fornendo gli orari di apertura del cimitero Borisovskoye di Mosca dove è sepolto Navalny. Ma i canali russi Telegram pro-Cremlino hanno messo in guardia i sostenitori dall’andare al cimitero. “Diamo un breve consiglio a coloro che intendono andarci ma non sono ancora sicuri: non andate!”, si legge in un post condiviso dal giornalista filo-Cremlino Dmitry Smirnov e da altri canali. Il messaggio avverte del “Grande Fratello e del suo occhio sempre vigile”, con la foto del cartello della telecamera di sicurezza ai cancelli del cimitero.
La vedova di Navalny, Yulia Navalnaya, condividerà i ricordi del marito durante un evento a Berlino, dove si sono stabiliti molti sostenitori dell’opposizione russa. Proprio dalla Germania giunge l’omaggio del cancelliere tedesco Olaf Scholz: Navalny è morto “perché aveva combattuto per la democrazia e la libertà in Russia. Putin combatte brutalmente la libertà e i suoi difensori. Il lavoro di Navalny è stato tanto più coraggioso. Il suo coraggio ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte”, ha scritto il cancelliere su X.