Tre veterinari negli Stati Uniti sono risultati positivi all’influenza aviaria lo scorso autunno, secondo un rapporto dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie CDC, e due di loro non avevano avuto contatti noti con animali infetti. Questo fa temere che il virus H5N1 possa essere più diffuso tra le mucche da latte di quanto si pensasse. Finora, l’aviaria ha colpito quasi 1.000 allevamenti in 16 stati e infettato circa 70 persone, con un decesso. Il timore è che i casi siano sottostimati perché allevatori e lavoratori temono perdite economiche e rifiutano i test. Recentemente, l’Amministrazione Trump ha sospeso la pubblicazione del “Morbidity and Mortality Weekly Report” (MMWR) dei CDC, interrompendo la diffusione di studi cruciali sull’influenza aviaria.
Il nuovo studio, pubblicato nel Morbidity and Mortality Weekly Report, dai CDC poco prima della sospensione voluta dall’amministrazione Trump, ha scoperto che tre dei 150 veterinari provenienti da 46 stati e dal Canada che si occupano di curare le mucche negli allevamenti e che hanno accettato di sottoposti ai test, ovvero il 2%, avevano sviluppato gli anticorpi nel sangue contro l’influenza aviaria. Questo dato, secondo i ricercatori, indica che i veterinari erano stati infettati dal virus e sebbene non presentassero sintomi, il loro sistema immunitario aveva reagito sviluppando gli anticorpi resistenti al virus H5N1.
La dottoressa Jennifer Nuzzo, direttrice del Pandemic Center presso la Brown University, ha affermato a proposito dello studio, che “l’influenza aviaria si sta diffondendo lì dove non vi sono controlli”. “Penso che la conclusione qui sia che ci sono veterinari che potrebbero essere stati infettati in stati che non avevano segnalato focolai, il che è negativo”.”Ciò dimostra la necessità di migliorare la nostra sorveglianza in modo da poter rilevare meglio quando si verificano focolai in fattoria, per poter proteggere le persone”. Tuttavia l’esperta aggiunge anche che basandosi sui dati prodotti dallo studio, “potrebbero esserci un gran numero di infezioni lievi che potrebbero farci pensare che questo virus sia in diversi casi, molto più lieve di quanto non sia mai stato in passato”.
A proposito della modalità di diffusione del virus H5N1, Erin Sorrell, una ricercatrice senior presso il Johns Hopkins Center for Health Security sottolinea : ”Questo rapporto ci dice che questo virus può infettare e presentarsi senza sintomi negli animali e che una quantità sufficiente di virus viene rilasciata direttamente dall’animale al veterinario o tramite il contatto con superfici infettando il veterinario”.