Non c’è stato nulla da fare. Quando gli agenti sono arrivati nella villetta a Byron, in Wyoming, dove viveva Tranyelle Harshman, 32 anni, dopo una sua chiamata al 911 in cui minacciava di togliersi la vita, hanno trovato la madre a fine vita e con lei i cadaveri di due bambine, di 9 e 2 anni. Altre due figlie, di 7 e 2 anni, erano ancora vive, ma estremamente gravi. Tutte con una pallottola nella testa.
Le tre superstiti sono state trasportate in ospedale d’urgenza. La madre e la bambina di 2 anni sono morte poco dopo. Quella di 7 anni è ricoverata in un’altra struttura a Salt Lake City, in Utah, per cure speciali. Secondo la campagna avviata su GoFundMe, ha subito gravi lesioni cerebrali.
Dalle registrazioni degli agenti si apprende che, durante la telefonata, Harshman parlava di “colpi di arma da fuoco avvenuti all’interno della sua casa” e aveva dato indicazioni su dove trovare i corpi delle sue figlie, due al piano di sopra nelle culle e due di sotto in una camera da letto. La trentaduenne “credeva” che le bambine fossero già morte e che “avrebbe fatto lo stesso con se stessa”. Il centralinista “ha pregato la donna di rimanere in linea fino all’arrivo delle unità di soccorso”, ma la madre ha riposto che “era troppo tardi” e “la telefonata è stata interrotta”, come si legge nel comunicato dell’ufficio dello sceriffo.
Il marito di Harshman, Cliff, anche padre delle due bambini più piccole, ha dichiarato a Q2 di essere “molto arrabbiato per la decisione che ha preso” la moglie. Allo stesso tempo, ha chiesto al pubblico di rispettare la donna, che soffriva di disturbo post-traumatico da stress post-partum ed era in terapia. “La gente non capisce che la malattia mentale non è solo una questione di forza di volontà. Si tratta di squilibri chimici nel cervello. Si tratta di percorsi cerebrali danneggiati. Era una mamma incredibile”.