Martedì, l’FBI ha identificato circa 2.400 nuovi documenti riguardanti l’assassinio del presidente John F. Kennedy. Le ricerche del bureau fanno seguito all’ordine esecutivo firmato da Donald Trump a fine gennaio, con il quale il leader MAGA ha chiesto di rendere pubblici i file sulle uccisioni di JFK, di suo fratello Robert, e del leader per i diritti civili Martin Luther King.
L’FBI ha dichiarato che sta lavorando per trasferire i documenti alla National Archives and Records Administration, affinché siano inclusi nel processo di declassificazione.
Il governo federale nei primi anni ’90 ha imposto che tutti i dossier relativi all’assassinio del 22 novembre 1963 fossero conservati in un’unica raccolta presso gli Archivi nazionali. Mentre la stragrande maggioranza della raccolta, oltre 5 milioni di documenti, è stata resa pubblica, i ricercatori stimano che 3.000 file non siano ancora desecretati.
Al momento, non è stato ancora specificato che tipo di informazioni contengano i dossier identificati in settimana dal bureau.
Il provvedimento di Trump del mese scorso ha ordinato al direttore dell’intelligence nazionale e al procuratore generale di sviluppare un piano per rilasciare i documenti classificati relativi all’assassinio di Kennedy. Un portavoce dell’Office of the Director of National Intelligence ha affermato che, come richiesto, è stato presentato un programma di rilascio, ma non ha fornito dettagli sulla tempistica.
L’omicidio di JFK ha alimentato teorie cospirative per decenni. Kennedy fu colpito a morte nel centro di Dallas mentre il suo corteo passava davanti alla Texas School Book Depository, dove il ventiquattrenne Lee Harvey Oswald si era posizionato al sesto piano con la sua arma da fuoco. Due giorni dopo, il proprietario di un night club, Jack Ruby, uccise Oswald durante il suo trasferimento in prigione.
Al tempo, venne accertato che il giovane killer agì da solo e che non vi erano prove di una cospirazione ai danni del presidente statunitense. Tuttavia, l’esito delle indagini non è mai riuscito a convincere proprio tutti. I documenti pubblicati negli ultimi anni hanno offerto dettagli sul modo in cui operavano i servizi segreti all’epoca. Questi ultimi includono un promemoria della CIA sulle visite di Oswald all’ambasciate sovietica e cubana durante un viaggio a Città del Messico, poche settimane prima dell’assassinio.
Già nel corso del suo primo mandato, Trump promise la pubblicazione di tutti i documenti riguardanti l’omicidio. Al tempo, però, il leader MAGA ascoltò le raccomandazioni di CIA ed FBI, che gli chiesero di non rendere di dominio pubblico alcuni di questi file, per questioni di sicurezza nazionale.