Mentre in diverse parti degli Stati Uniti si moltiplicano le iniziative per limitare l’accesso ai libri nelle biblioteche pubbliche, il New Mexico cerca di adottare una strategia opposta. Alcuni tentativi locali di censura hanno infatti spinto i legislatori a proporre una legge che protegga i bibliotecari da pressioni ideologiche e politiche.
Lo scorso mese, in una struttura pubblica di Albuquerque, un piccolo gruppo di persone si è riunito per discutere dell’incremento dei divieti. Garren Hochstetler, un addetto ai lavori promotore dell’incontro, ha espresso la sua preoccupazione per il crescente numero di volumi rimossi dagli scaffali in altri stati, come il Texas. Ha sottolineato il desiderio di mantenere un ambiente in cui la lettura resti libera e la libertà di espressione garantita.
Hochstetler ha dichiarato di aver trovato incoraggiante la massiccia partecipazione alla recente riunione del consiglio scolastico, organizzata per far fronte alla censura di libri con tematiche LGBTQ+. Ora, sta cercando sostegno per un disegno di legge presentato dalla deputata Kathleen Cates, il Librarian Protection Act. La democratica ha ribadito l’importanza di permettere ai lavoratori del settore di svolgere la propria professione senza interferenze esterne, o dibattiti ideologici.
L’American Library Association, un’organizzazione che monitora e difende le biblioteche dagli attacchi dalla censura, ha riportato svariate segnalazioni ai danni di alcune tematiche, con oltre mille casi nei primi otto mesi dello scorso anno. La politica ha sottolineato come i bibliotecari delle comunità più piccole temano di non avere il sostegno necessario per opporsi alle richieste di rimozione.
La proposta di legge prevede la revoca dei finanziamenti statali alle biblioteche che eliminano libri sulla base di motivazioni politiche, religiose o ideologiche, legate alla razza, alla nazionalità, all’identità di genere o all’orientamento sessuale dell’autore. Inoltre, le decisioni relative alla rimozione di un libro non potranno essere prese da un singolo addetto, ma dovranno coinvolgere i consigli di amministrazione dell’istituzione, garantendo così un processo più equo e condiviso.
La rappresentante repubblicana Stefani Lord che si è opposta, ritiene che i bibliotecari dovrebbero avere la possibilità di rimuovere autonomamente testi considerati inappropriati. Ha espresso preoccupazione per la presenza di materiali che ritiene eccessivamente espliciti e ha sottolineato la necessità di un meccanismo che consenta l’eliminazione immediata di volumi ritenuti troppo grafici.
Alex Garlick, docente di scienze politiche presso l’Università del Vermont, ha osservato che dal 2020 si è registrato un aumento delle richieste di “diritti dei genitori” nelle scuole e nelle biblioteche locali. Ha comunque evidenziato che l’azione del New Mexico potrebbe divenire un modello per altri stati interessati a proteggere la libertà di lettura.
Nel frattempo, mentre la proposta viene discussa nella capitale Santa Fe, Hochstetler e il suo gruppo Freedom to Read New Mexico, stanno cercando di ampliare il movimento di sensibilizzazione. Il disegno di legge verrà presto esaminato dalla Commissione per l’Istruzione della Camera.