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La Casa Bianca impone i dazi del 25% su acciaio e alluminio

"Oggi semplifico le nostre tariffe", ha detto Donald Trump nello Studio Ovale mentre firmava gli ordini esecutivi. "E' il 25%, senza eccezioni o esenzioni".

Massimo JausbyMassimo Jaus
La Casa Bianca impone i dazi del 25% su acciaio e alluminio

Carichi di alluminio e acciaio trasportati via nave /ANSA

Time: 5 mins read

Donald Trump, ha mantenuto la promessa di imporre dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio. “Oggi semplifico le nostre tariffe sull’acciaio e l’alluminio”, ha detto il presidente nello Studio Ovale mentre firmava gli ordini esecutivi. “E’ il 25%, senza eccezioni o esenzioni”. Trump ha aggiunto che avrebbe valutato l’imposizione di dazi aggiuntivi su automobili, prodotti farmaceutici e chip per computer e cellulari.

Peter Navarro, il principale consigliere commerciale di Trump, ha affermato che i dazi imposti da Trump “metteranno fine al dumping estero, stimoleranno la produzione interna e garantiranno le nostre industrie di acciaio e alluminio come spina dorsale e pilastri della sicurezza economica e nazionale degli Stati Uniti”.

Alti funzionari della Casa Bianca che hanno informato i giornalisti sulle azioni del presidente prima della cerimonia di firma delle nuove tariffe alla Casa Bianca hanno affermato che l’amministrazione Biden ha concesso “centinaia di migliaia di esenzioni” alle tariffe sui metalli che erano state negoziate da Trump del 2018.

Ma la piena attuazione delle nuove tariffe non entrerà in vigore prima di metà marzo per garantire che le spedizioni già in viaggio verso gli Stati Uniti non saranno soggette alle nuove tariffe.

La Casa Bianca afferma che Trump sta espandendo le tariffe per “includere prodotti downstream chiave, tra cui acciaio strutturale fabbricato, trefoli di cemento precompresso e tipi simili di prodotti nel settore dell’alluminio, come le estrusioni” e sta “terminando completamente” il processo di esclusione del prodotto.

Per il momento, l’America gli sta appresso. I democratici sono ancora storditi dalla legnata elettorale di novembre. Sono incapaci di bloccare questa blitzkrieg di ordini esecutivi e di minacce a quanti lo contrastano nella sua trasformazione dell’asservimento dell’apparato federale alla sua persona. I magistrati federali affermano che i suoi ordini sono fuori legge, ma il presidente ignora le loro decisioni. Almeno per ora.

Ma i dazi sono sempre un’arma a doppio taglio: se da un lato aumentano le entrate fiscali, dall’altro fanno lievitare anche i prezzi dei beni colpiti dalle nuove imposizioni. Con la globalizzazione, l’industria siderurgica americana, tra estrazione dei minerali (che nel caso dell’alluminio avviene nelle miniere di bauxite del Tennessee e del Kansas), la successiva fusione nelle fonderie (in Pennsylvania e a New York), la loro lavorazione per rimuovere le impurità (in Canada), la forgiatura delle testate e dei cilindri (in Messico) fino all’assemblaggio dei motori (a Detroit, in Michigan), vede alluminio e acciaio valicare i confini degli Stati Uniti più volte.

Late last night, our deadline, we reached a wonderful new Trade Deal with Canada, to be added into the deal already reached with Mexico. The new name will be The United States Mexico Canada Agreement, or USMCA. It is a great deal for all three countries, solves the many……

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 1, 2018

Questa dei dazi è una “passione” di Trump, convinto che sia la maniera migliore per riaprire il trattato USMCA da lui siglato nel 2018 per sostituire l’Accordo di libero scambio del Nord America (Nafta). Ma non solo. Per lui è un modo di mostrare al mondo che è lui il leader del pianeta, che riesce a impaurire Messico, Cina, Canada, Danimarca e Panama, con una battuta con il sorriso sulle labbra. Chiama i premier Trudeau “governatore del 51mo Stato dell’Unione, manda il figlio a Nuuk, in Groenlandia per saggiare il terreno se gli abitanti vogliono venere le loro proprietà. Con un incontro con Netanyahu alla Casa Bianca espropria i terreni dei palestinesi e costruisce la Riviera del Medioriente, con una telefonata a Putin fa finire la guerra con l’Ucraina.

Per ora l’America gli sta appresso. I democratici sono ancora storditi dalla legnata elettorale di novembre e sono incapaci di bloccare questa blitzkrieg di ordini esecutivi e di minacce a quanti lo contrastano nella sua trasformazione dell’asservimento dell’apparato federale alla sua persona. I magistrati federali affermano che i suoi ordini sono fuori legge, ma il presidente ignora le loro decisioni. Almeno per ora.

L’USMCA attualmente regola circa duemila miliardi di dollari di scambi tra gli USA, il Canada e il Messico. Il trattato è stato approvato dal Congresso con il più ampio sostegno rispetto a qualsiasi accordo commerciale nella storia americana: più di 200 legislatori democratici alla Camera e al Senato si unirono ai repubblicani per appoggiare l’accordo, grazie agli standard più rigorosi su lavoro e ambiente che la prima amministrazione Trump incluse nel testo per agevolarne la ratifica.

Subito dopo essere stato rieletto, Trump aveva annunciato dazi contro tutti gli import da Canada, Messico e Cina, prima mascherandoli come azioni punitive per l’immigrazione illegale, poi come ritorsione contro i Paesi che “fanno entrare il fentanyl negli Stati Uniti“. Alla fine ha imposto solo le aliquote sui prodotti cinesi. Con gli altri due ha accordato una pausa commerciale di trenta giorni. Ma domenica, a bordo dell’Air Force One, diretto a New Orleans per il Superbowl, ha detto che fra oggi o domani avrebbe imposto a Messico e Canada dazi del 25% per acciaio e alluminio in aggiunta a quelli già in vigore.

Gli Stati Uniti estraggono circa il 60% dell’alluminio e un 40% viene importato. dal Canada che è di gran lunga il principale paese estero fornitore di alluminio negli Stati Uniti. “L’acciaio e l’alluminio canadesi sostengono settori chiave negli Stati Uniti, dalla difesa alla cantieristica navale e all’industria automobilistica”, ha scritto sulla piattaforma sociale X il ministro canadese dell’Innovazione, Francois-Philippe Champagne. “Continueremo a difendere il Canada, i nostri lavoratori e le nostre industrie”.

Durante il suo primo mandato, Trump aveva già imposto dazi del 25 per cento sull’acciaio e del 10 per cento sull’alluminio importati, ma in seguito aveva concesso esenzioni a Canada, Messico e Brasile.

L’ex segretario al Commercio Wilbur Ross, repubblicano scelto da Trump nella sua prima amministrazione, stabili che i dazi imposti da Trump nel 2018 avevano danneggiato l’economia americana.

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato questa mattina che attende l’annuncio ufficiale di Trump prima di formulare una risposta. “Non ho nessuna informazione di prima mano. Ho saputo della decisione del presidente Trump guardando la televisione”, ha detto il capo dello Stato in conferenza stampa a Città del Messico. La presidente ha anche affermato che avrebbe risposto con calma a un possibile negoziato con Trump.

In una guerra dei dazi “non c’è un vincitore” ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun durante una conferenza stampa a Pechino. “Voglio sottolineare che non c’è via d’uscita per il protezionismo e non c’è vincitore nella guerra commerciale e nella guerra tariffaria”.

Il principale obiettivo di Trump sarebbe la modifica delle disposizioni riguardanti il settore automobilistico, per spingere i produttori di auto a trasferire una quota significativa della produzione da Messico e Canada agli Stati Uniti.

Secondo il Wall Street Journal le principali case automobilistiche di Detroit sono già alla ricerca di soluzioni che possano soddisfare le richieste del capo della Casa Bianca senza “far saltare la catena di fornitura automobilistica nordamericana” che si estende attraverso i tre Paesi. Secondo persone informate sulla questione, Trump affiderà la rinegoziazione dell’Usmca a Howard Lutnick, nominato segretario del Commercio, e a Jamieson Greer, il prossimo Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti.

L’analisi dell’ex seretario al Commercio Wilbur Ross

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato questa mattina che attende l’annuncio ufficiale prima di formulare una risposta. “Non ho nessuna informazione di prima mano. Ho saputo della decisione del presidente Trump guardando la televisione”, ha detto il capo dello Stato in conferenza stampa a Città del Messico. La presidente ha anche affermato che avrebbe risposto con calma a un possibile negoziato con Trump.

In una guerra dei dazi “non c’è un vincitore”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun durante una conferenza stampa a Pechino. “Voglio sottolineare che non c’è via d’uscita per il protezionismo e non c’è vincitore nella guerra commerciale e nella guerra tariffaria”.

Il principale obiettivo di Trump sarebbe la modifica delle disposizioni riguardanti il settore automobilistico, per spingere i produttori di auto a trasferire una quota significativa della produzione da Messico e Canada agli Stati Uniti.

Secondo il Wall Street Journal, le principali case automobilistiche di Detroit sono già alla ricerca di soluzioni che possano soddisfare le richieste del capo della Casa Bianca senza “far saltare la catena di fornitura automobilistica nordamericana” che si estende attraverso i tre Paesi. Secondo persone informate sulla questione, Trump affiderà la rinegoziazione dell’USMCA a Howard Lutnick, nominato segretario del Commercio, e a Jamieson Greer, il prossimo rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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