Cambia la risposta della marina militare statunitense nel Mar Rosso. I cacciatorpediniere a stelle e strisce hanno respinto i droni degli Houthi senza sparare un colpo, utilizzando sistemi “non-kinetic”, che non dipendono da munizioni, ma sfruttano la tecnologia. Una tattica che si è rivelata cruciale nel conflitto con i ribelli yemeniti, permettendo alle navi USA di operare più a lungo senza doversi rifornire.
Si tratta di metodi di difesa che non si basano su munizioni o distruzione fisica, ma su una guerra elettronica attraverso sistemi avanzati, come il SLQ-32, che rileva e disturba le comunicazioni nemiche, e il SSEE, che geolocalizza con precisione i nemici tramite codici crittografati. Grazie a questi strumenti, i droni yemeniti vengono intercettati, ingannati o resi inutilizzabili, evitando che le navi della Marina statunitense si allontanino dal campo di battaglia per rifornirsi o che vengano danneggiate, preservando i missili costosi e prevenendo le mosse degli Houthi.
Secondo Business Insider, i militari della USS Mason hanno registrato decine di attacchi con sistemi “non-kinetic” fra il 27 novembre 2023 e il 9 marzo 2024 disinnescando i droni yemeniti. In un documento si legge che questi scontri “non solo dimostrano che i sistemi d’arma non cinetici funzionano in mare, ma cambiano il modo in cui la Marina di superficie combatte le guerre in mare”. Quindi il programma è stato esteso anche ad altri navi da guerra degli Stati Uniti.
In settimana, i ribelli hanno annunciato che smetteranno di attaccare le navi nel Mar Rosso, in seguito all’accordo trovato da Hamas e Israele per il cessate il fuoco, permettendo al traffico navale di riprendere e tornare alla normalità dopo quasi un anno di pausa. Bloomberg ha riferito che un gruppo di portaerei statunitensi si hanno lasciato l’area dirigendosi in Grecia.