È fissata per oggi 5 febbraio la prima udienza in tribunale a Washington, DC, con il giudice Carl J. Nichols per il processo in cui verranno esaminati i documenti per il Visto del Principe Harry. La causa è stata riaperta dall’organizzazione conservatrice Heritage Foundation che sostiene che l’ex principe potrebbe aver ottenuto il Visto per gli Stati Uniti fornendo informazioni false riguardo all’uso di droghe.
In precedenza, il Duca di Sussex aveva ottenuto una agevolazione legale grazie a una sentenza giudiziaria sulla riservatezza del suo visto statunitense, nonostante l’Heritage Foundation avesse insistito sul fatto di accedere alla sua domanda per verificare le sue dichiarazioni sull’uso di sostanze stupefacenti. Più nel dettaglio infatti, nel 2024 l’organizzazione conservatrice aveva avviato un’azione legale contro il Dipartimento della Sicurezza Interna chiedendo di accedere ai registri dei visti di Harry per verificare l’accuratezza delle sue dichiarazioni.
La sentenza era stata archiviata lo scorso settembre, ma con la nuova amministrazione Trump, l’Heritage spera in un appoggio favorevole del nuovo quadro politico. Il quarantenne Harry che vive in California con la moglie Meghan Markle e i figli aveva reso nota la sua storia di dipendenza dalle droghe, proprio attraverso la sua autobiografia “Spare”,uscita nel 2023. In quelle pagine, l’ex membro della famiglia reale d’Inghilterra racconta di aver assunto per un periodo sostanze come cannabis, funghi allucinogeni e persino cocaina. La Heritage Foundation sostiene che il principe Harry non ha dichiarato i suoi precedenti legati alla droga nei documenti di immigrazione presentati prima di lasciare il Regno Unito e abbandonare gli incarichi reali.