Ieri, il primo aereo con a bordo i migranti illegali espulsi dagli Stati Uniti è atterrato a Guantanamo Bay, Cuba. Il piano del presidente Trump e della sua amministrazione, è quello di allestire presso la base navale statunitense un enorme centro di detenzione in grado di “ospitare” non meno di 30.000 deportati.
Stando a quanto spiegato dal leader MAGA, qui verranno condotti “i peggiori criminali clandestini che minacciano il nostro popolo”. Tuttavia, c’è chi però si sta muovendo per evitare ai propri connazionali di finire nell’infernale caos di Guantanamo.
Ieri, infatti, dopo l’arrivo dei primi immigrati irregolari espulsi dagli States, le autorità messicane hanno annunciato che non permetteranno a Trump di deportare i loro concittadini presso la base nel sud est di Cuba.
“Per quanto riguarda la questione di Guantanamo, posso dirvi che nessun uomo o donna messicana verrà mandato lì in nessuna circostanza”, ha dichiarato il segretario per gli affari esteri Juan Ramon de la Fuente, “Da quando la notizia ci è giunta, è stata inviata una nota diplomatica all’ambasciata degli Stati Uniti, dicendo che riceveremo tutti i messicani che desiderano tornare, ed è quello che è successo finora e continuerà ad accadere”.
Al momento, né Trump né altri membri della sua amministrazione hanno specificato quanto sarà lungo il periodo di detenzione riservato ai migranti trasferiti a Guantanamo. Inoltre, non è ancora chiaro se la base sia davvero in grado di poter ospitare in modo adeguato ben 30.000 persone, un numero sicuramente considerevole.
Come facilmente presumibile, la decisione del governo di deportare gli immigrati clandestini in quello che per decenni è stato utilizzato come carcere per alcuni dei terroristi legati agli attentati dell’11 settembre, è andata incontro a diverse critiche.
Sulla vicenda, in particolare, si è espressa Amy Fischer, direttrice del Programma per i diritti dei rifugiati e dei migranti di Amnesty International USA, che ha comunicato: “Mandare immigrati a Guantanamo è una mossa profondamente crudele. Terrà le persone lontane dalla famiglia e dai sistemi di supporto, gettandole in un buco nero, in modo che il governo degli Stati Uniti possa continuare a violare i loro diritti umani”.
Al momento, sono circa 300 i militari schierati a Guantanamo per gestire le operazioni: di questi, almeno 230 sono Marines. Secondo gli esperti, il numero di militari potrebbe crescere nel corso delle prossime settimane, soprattutto in virtù di possibili nuove deportazioni.