Gabbard e Kennedy hanno superato l’esame delle Commissioni del Senato ed ora, probabilmente martedì prossimo, ci sarà il voto dell’intero Senato. Entrambi i voti sono stati con tutti i repubblicani che hanno votato a favore e con tutti i democratici che hanno votato contro.
La commissione Finanze ha votato infatti per la conferma di Robert Kennedy Jr, a ministro della Sanità le cui posizioni no vax e complottiste sono state fortemente criticate dai democratici ed hanno sollevato perplessità anche tra i repubblicani, che inoltre non erano entusiasti del fatto che l’ex candidato presidenziale democratico, diventato poi indipendente ed infine alleato di Trump, sia favorevole all’aborto.
In passato, Kennedy è stato uno dei paladini della tesi, smentita dalla comunità scientifica, di uno stretto legame tra vaccini e autismo. Ultimamente, dopo che tutti gli studi medici qualificati avevano evidenziato che non c’è nessun rapporto ha cercato di attenuare il suo messaggio lanciandosi, invece contro le decisioni prese per contenere la pandemia, tra cui il paragone tra le misure sanitarie contro il Covid e la Germania nazista, oltre a teorie infondate sugli effetti del fluoro nell’acqua potabile, sostiene che il latte “crudo” quello non pastorizzato sia più salutare mentre i regolatori federali affermano essere pericoloso.
Nel primo pomeriggio poi la commissione Finanze ha votato per la nomina a capo della National intelligence di Gabbard, anche lei un’ex democratica, che si era candidata alle primarie del 2020 contro Joe Biden e poi aveva lasciato il partito avvicinandosi a Trump.
La sua nomina aveva sollevato polemiche e dubbi per le sue passate posizioni a favore del presidente russo Vladimir Putin e del dittatore siriano Bashar al Assad. Ma non solo. Le sue critiche nei confronti della legge che autorizza le intercettazioni per motivi di sicurezza le hanno alienato le simpatie dei conservatori, tanto che dopo l’audizione il Wall Street Journal ha esplicitamente chiesto ai senatori di bocciare la sua nomina. Ora se sarà confermata dall’intero Senato dovrà coordinare diciassette agenzie di intelligence e sicurezza degli Stati Uniti. La National Intelligence venne creata dopo gli attacchi dell’11 settembre per evitare che ci siano doppioni di indagini o che potenziali minacce alla sicurezza del Paese non vengano esaminate con la profondità necessaria. Tutto dovrà passare sotto i suoi occhi ed essere coordinato.
Non è chiaro quando ci sarà il voto in commissione per Kash Patel chiamato a dirigere l’Fbi. Anche la sua è stata una scelta controversa perché Patel è un duro critico dell’agenzia federale: in precedenza ha chiesto di chiuderne la sede centrale di Washington, di licenziare la sua dirigenza e di mettere “sotto controllo” le forze dell’ordine del paese. Sicuramente se sarà confermato, scuoterà il bureau, che Trump e i suoi alleati vedono come parte di una cospirazione del “deep state” contro di lui. Patel è stato strettamente allineato alla convinzione di Trump che gran parte dell’establishment delle forze dell’ordine e della sicurezza nazionale del paese debba essere purgato da pregiudizi e chiamato a rispondere di quelle che considerano indagini ingiustificate contro il presidente e i suoi alleati. In un suo libro intitolato Government Gangsters aveva accusato diverse persone di essere parte del cosiddetto “deep state”, cioè quei funzionari federali che, secondo il credo trumpiano, esercitano un grosso potere trasversalmente sull’amministrazione federale.