In un Paese come l’America dove il traffico aereo è tra i più intensi del mondo, meno del 10% delle torri aeroportuali è in grado di garantire un numero sufficiente di controllori del traffico per rispettare gli standard minimi di sicurezza stabiliti dalla Federal Aviation Administration, FAA, l’agenzia governativa responsabile della regolamentazione e della supervisione dell’aviazione, e dal sindacato del settore. Questo dato preoccupante emerge da un’analisi approfondita condotta dalla rete televisiva CBS News sui dati forniti dalla FAA, che mette in evidenza una crisi strutturale che potrebbe compromettere la sicurezza dei trasporti e aumentare il rischio di sinistri.
La questione è riemersa tragicamente dopo la collisione avvenuta nei giorni scorsi, tra un aereo dell’American Airlines e un elicottero dell’esercito Black Hawk, nei pressi dell’aeroporto nazionale Reagan di Washington, DC. L’incidente ha causato la morte di 67 persone e riacceso il dibattito sulla carenza di risorse umane nel sistema di controllo dei velivoli. Al momento dello scontro, era presente un solo operatore addetto sia alla gestione del traffico degli aerei che degli elicotteri, un compito che normalmente richiede la presenza di due professionisti per garantire il corretto coordinamento delle manovre.
I numeri parlano chiaro: solo il 2% circa delle torri di controllo ha raggiunto gli obiettivi di personale stabiliti dal Collaborative Resource Working Group, un gruppo che ha lo scopo di garantire risorse, per il 2024 e soltanto l’8% degli aeroporti ha raggiunto l’obiettivo complessivo, con numeri ben al di sotto delle necessità minime per operare in sicurezza.
Inoltre secondo i dati FAA, il problema non riguarderebbe esclusivamente le torri, ma coinvolgerebbe pure i centri di controllo che gestiscono il traffico in rotta ad alta quota. In nessuna di queste strutture è stato raggiunto il numero richiesto di addetti addestrati per garantire l’efficienza delle operazioni aeree. L’analisi delle risorse umane alla fine dell’anno fiscale 2023 ha confermato che il sistema del traffico aereo nazionale è ancora lontano dal raggiungere gli obiettivi di personale necessari, con circa 3.000-4.000 controllori in meno rispetto alle stime.
Uno dei principali fattori che hanno contribuito a questa carenza è stata la pandemia di COVID-19, che ha avuto un impatto devastante sul sistema aereo globale. La formazione dei nuovi operatori è stata rallentata e ridotta significativamente durante la crisi, e le assunzioni sono state congelate. Di conseguenza, oggi la FAA si trova a fronteggiare un enorme ritardo nel completamento della formazione e nell’assunzione di nuovo personale qualificato.
Inoltre, gli obiettivi di risanamento promossi non sono stati sufficienti a colmare il divario tra il numero di controllori necessari e quelli effettivamente disponibili. Anche se FAA ha cercato di potenziare le sue risorse, la carenza di personale si è riflessa in una gestione inadeguata dei flussi di traffico aereo, con gravi implicazioni.
Nick Daniels, presidente della National Air Traffic Controllers Association, il sindacato che rappresenta i controllori del traffico aereo negli Stati Uniti, ha sottolineato che se anche FAA decidesse di assumere oggi 2.000 nuovi addetti, ci vorrebbero almeno due o tre anni per formare una forza lavoro adeguatamente certificata. Ciò significa che anche con un’intensa campagna di reclutamento, il sistema di controllo del traffico aereo americano rimarrebbe vulnerabile a lungo termine, con conseguente aumento di rischi, disservizi o incidenti.