Le operazioni degli agenti dell’ICE, a cui il presidente Donald Trump ha imposto di arrestare non meno di 75 immigrati irregolari al giorno, stanno iniziando a mettere sul chi va là anche i nativi americani.
Il presidente della nazione Navajo, Buu Nygren, ha infatti dichiarato che alcuni membri del suo popolo hanno avuto esperienze “traumatiche” con i funzionari dell’agenzia. Per questo motivo, dunque, i democratici del Congresso hanno già chiesto a Trump di impedire all’ICE di prendere di mira i nativi durante le sue retate.
“Il pericoloso comportamento dell’ICE di molestare i cittadini, apparentemente solo per il loro aspetto, è incostituzionale e antiamericano”, hanno dichiarato nove democratici guidati dalla rappresentante del New Mexico, Teresa Leger Fernandez. I legislatori hanno anche citato un episodio segnalato il 22 gennaio dalla tribù degli Apache Mescalero, durante il quale un agente dell’agenzia ha fermato un membro della tribù in un minimarket a Ruidoso, nel New Mexico, e gli ha chiesto di esibire un documento.
In seguito alla vicenda, Nygren, capo della più grande riserva degli Stati Uniti, ha esortato i membri delle tribù a portare con sé carte d’identità e il Certificato di sangue indiano, un documento ufficiale degli USA che certifica che una persona ha origini native americane.
Episodi come quello di Ruidoso si sono verificati anche in Arizona, coinvolgendo all’incirca una ventina di persone. Queste ultime, sono state fermate in prossimità dei loro posti di lavoro, o raggiunte presso le rispettive abitazioni dagli agenti dell’ICE, che le hanno interrogate chiedendo loro di esibire un documento d’identità.
Una donna di origine Diné/Navajo è stata trattenuta per oltre due ore dai funzionari dell’agenzia, che per l’occasione le hanno vietato di utilizzare anche il cellulare. Quando il dispositivo le è stato riconsegnato, i familiari le hanno inviato una foto del suo Certificate of Degree of Indian Blood, che di fatti l’ha “scagionata”.
Tuttavia, i raid degli ultimi giorni hanno scosso notevolmente le varie nazioni native del Paese, mettendo i membri sul chi va là. “C’è molta paura”, ha dichiarato la portavoce del Consiglio Navajo, Crystalyne Curley, “le persone sono frustrate, perché non si sentono al sicuro nel Paese in cui sono nate. Basta avere la pelle scura per essere associati ad un’altra nazionalità. Sono tutti stereotipi”.