L’amministrazione Trump “offrirà” ai dipendenti federali la possibilità di presentare delle “dimissioni differite”. Ciò consentirebbe loro di percepire regolarmente lo stipendio fino a settembre 2025. Un alto funzionario del governo ha dichiarato alla NBC che si prevede che il 5-10% della forza lavoro federale si licenzierà: ciò potrebbe portare a un risparmio di circa 100 miliardi di dollari.
All’iniziativa potranno aderire tutti i dipendenti federali a tempo pieno, ad eccezione dei militari, dei dipendenti del servizio postale, delle posizioni legate all’applicazione delle leggi sull’immigrazione e alla sicurezza nazionale.
“I contribuenti americani pagano gli stipendi dei dipendenti del governo federale e quindi meritano dipendenti che lavorino per loro conto e che si presentino effettivamente al lavoro nei nostri meravigliosi edifici federali, pagati anche dai contribuenti”, ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, “Se non vogliono lavorare in ufficio e contribuire a rendere di nuovo grande l’America, allora sono liberi di scegliere un altro lavoro e l’amministrazione Trump fornirà un compenso molto generoso di 8 mesi”.
I dipendenti interessati hanno ricevuto una mail che li informa circa le nuove disposizioni: questi ultimi avranno tempo fino al 6 febbraio per presentare le rispettive dimissioni. La mossa dell’amministrazione Trump ricorda chiaramente la strategia adottata da Elon Musk dopo l’acquisizione di Twitter, ribattezzato in seguito come X dall’uomo più ricco al mondo.
Al tempo, il 53enne di Pretoria, spinse i suoi dipendenti a scegliere se accettare nuove ardue condizioni di lavoro o se lasciare l’azienda. Naturalmente, l’iniziativa lanciata da Trump in questi giorni ha suscitato fin da subito anche diverse polemiche da parte dei sindacati federali, che la considerano come una manovra tesa a svuotare la burocrazia locale e ad allontanare i dipendenti pubblici.
“Tra la raffica di ordini esecutivi e politiche anti-lavoratori, è chiaro che l’obiettivo dell’amministrazione Trump è quello di trasformare il governo federale in un ambiente tossico in cui i lavoratori non possono restare”, ha dichiarato il presidente nazionale di AFGE, Everett Kelley, “Il numero di dipendenti pubblici non è cambiato in modo significativo dal 1970, ma ci sono più americani che mai che dipendono dai servizi governativi. Questa epurazione provocherà un grande caos”.