Il magnate Elon Musk, già celebre per le sue ambizioni spaziali e tecnologiche, sembra essersi spinto eccessivamente oltre nel tentativo di consolidare un altro aspetto della sua identità pubblica: quello di giocatore d’élite. La comunità videoludica è infatti insorta dopo una serie di episodi che hanno messo in dubbio le sue dichiarazioni sui successi nei giochi di ruolo d’azione come Path of Exile 2 e Diablo 4. Nonostante il miliardario abbia più volte affermato di essere tra i migliori giocatori al mondo, pare non sia così e abbia addirittura “boostato” il suo account, affidando a terzi la gestione dei personaggi.
Tutto è iniziato con un livestream in cui il patron di Tesla giocava a Path of Exile 2, un frenetico dark fantasy. Sebbene il suo profilo mostrasse un livello avanzato, il gameplay ha rivelato errori tipici di un principiante. Gli esperti del settore non hanno tardato a sottolineare le incongruenze, e hanno scoperto che l’account di Musk risultava attivo in momenti in cui lui era pubblicamente impegnato, come durante l’insediamento del Presidente americano Donald Trump.
Musk, che in passato ha cercato di entrare anche nell’universo di Cyberpunk 2077, un gioco che esplora un pianeta distopico, ha sempre tentato di associare il suo nome al mondo videoludico. Ha pubblicato i momenti salienti delle sue sessioni di gioco su X e partecipato a streaming con giocatori professionisti. Tuttavia, i gamer più attenti avevano già sollevato dei dubbi, nel 2022, quando il tycoon della tecnologia condivise la configurazione del suo personaggio in Elden Ring.
Il dibattito si è ulteriormente acceso quando lo youtuber Nicholas Hayes ha condiviso un messaggio del magnate in cui ammetteva apertamente di aver usato “scorciatoie”. L’imprenditore ha giustificato la scelta come una “pratica comune” tra i giocatori d’élite di Diablo dicendo che era “impossibile battere i giocatori asiatici senza farlo”.
La confessione ha scatenato reazioni contrastanti. Alcuni lo hanno difeso, tra cui la sua ex compagna Claire Boucher, che ha raccontato di averlo visto giocare per ore con successo. Anche Shivon Zilis, madre di alcuni dei suoi figli, ha condiviso aneddoti su maratone di gioco natalizie.
Nonostante i diversi tentativi di riabilitarlo, molti nella comunità dei gamer si sono detti delusi. L’immagine di poliedrico visionario, la sua credibilità nel mondo del gaming sembra ormai compromessa. In un settore dove la meritocrazia e l’impegno sono ancora principi importanti, la vicenda mette in luce una realtà scomoda: nemmeno i mondi virtuali sono immuni al potere e ai privilegi.