Gli affitti nei quartieri interessati dagli incendi che nell’ultimo mese hanno devastato Los Angeles sono saliti in maniera drammatica, con aumenti che in alcuni casi hanno superato il 130%. Secondo un’analisi condotta dal Washington Post sui dati di RentCast, un servizio di analisi immobiliare, il prezzo medio degli affitti in quasi 30 città della contea è salito ben oltre il limite legale del 10% stabilito per la fase post-emergenza.
A Encino, nella fetta meridionale della Valle di San Fernando, i costi sono aumentati del 130%, mentre a Hermosa Beach gli affitti sono praticamente raddoppiati. Quartieri residenziali come Sherman Oaks e Valley Village hanno registrato incrementi superiori al triplo rispetto ai valori precedenti agli incendi, che hanno distrutto oltre 10.000 abitazioni e provocato un esodo di migliaia di sfollati in cerca di un alloggio temporaneo.
L’emergenza ha messo in evidenza pratiche di speculazione immobiliare che hanno spinto il procuratore generale della California, Rob Bonta, a emanare più di 500 avvisi ufficiali a hotel e proprietari immobiliari accusati di violare il limite legale del 10% sugli aumenti dei prezzi. In un caso, un agente immobiliare della zona è stato accusato di aver tentato di aumentare il canone di locazione del 38% a una coppia che aveva perso casa nell’Eaton Fire.
“Questi sciacalli vedono la tragedia come un’opportunità per arricchirsi,” ha dichiarato Bonta in una conferenza stampa. Le indagini continuano, supportate da un’apposita task force che ha già ricevuto oltre 600 segnalazioni di rincari abusivi.
Ma le conseguenze degli incendi non si limitano alle zone più affluenti. Molti sfollati stanno cercando rifugio in aree limitrofe, spingendo i prezzi alle stelle anche in quartieri tradizionalmente accessibili come Altadena, ex rifugio per famiglie della classe media e comunità di colore. E che ora rischia di trasformarsi nell’ennesimo esempio di gentrificazione.