Il Segretario di Stato Marco Rubio è pronto a visitare Panama – proprio il paese del canale che il presidente Donald Trump ha minacciato di “riprendersi”- già la prossima settimana, secondo quanto riferito da tre funzionari statunitensi informati sul programma. Il viaggio di Rubio – si parla del 31 gennaio- proseguirà poi in Guatemala, El Salvador, Costa Rica e Repubblica Dominicana. Dovrebbe essere il primo all’estero del neo Segretario di Stato.
Tutte le fonti sottolineano che i piani di viaggio sono provvisori. Però la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce ha confermato il piano di viaggio complessivo e ha detto che Rubio ha scelto di dare priorità all’emisfero occidentale perché “è dove viviamo”. “Non continueremo a ignorare la regione come hanno fatto altre amministrazioni”, ha detto Bruce. “Impegnarsi con i nostri vicini è un elemento vitale per affrontare la migrazione, le catene di approvvigionamento e la crescita economica, che sono fondamentali per il Segretario Rubio nel perseguire una politica estera incentrata sul rendere l’America forte, prospera e sicura”.
Rubio dovrebbe utilizzare il viaggio per affrontare almeno due questioni in cima all’agenda MAGA in politica estera: il contenimento dell’immigrazione clandestina e l’annunciata intenzione di Trump di reclamare il Canale di Panama perché sarebbe “in mano alla Cina” che fa pagare troppo le navi statunitensi e perché si tratterebbe di un dono che gli Stati Uniti fecero ai panamensi.
Il canale, unico mezzo per passare dall’Oceano Pacifico all’Atlantico senza circumnavigare l’intero continente, è un’opera idraulica artificiale che attraversa l’istmo di Panama in America centrale, lungo 81,1 km compresi i prolungamenti in mare, profondo al massimo 12 m, e largo tra i 240-300 m nel lago Gatún e i 90-150 m nel tratto del taglio della Culebra; ogni anno vi passano migliaia di navi. La costruzione ebbe storia travagliata e legata a diversi paesi, inclusa la Francia dove fu mescolata a uno scandalo di corruzione. Infine nel 1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo colombiano (all’epoca Panama faceva parte della Colombia) l’autorizzazione per costruire e gestire il canale per 100 anni. Quando la Colombia decise di non ratificare l’accordo, gli Usa fomentarono la liberazione di Panama che divenne una repubblica indipendente sotto la tutela di Washington, che ebbe l’autorizzazione a iniziare i lavori ad opera del genio statunitense.
Diversi trattati regolarono la giurisdizione sul canale: uno di questi indicava il 31 dicembre 1999 come termine dell’affitto del canale, il terzo restituì a Panama la Zona del Canale nel 1979.
“Il Canale di Panama appartiene a Panama e continuerà ad appartenere a Panama”, ha detto il presidente di Panama, José Raúl Mulino, al World Economic Forum di Davos questa settimana. “Il Canale di Panama non è una concessione o un regalo degli Stati Uniti”.
Nel viaggio, fondamentale è il tema dell’immigrazione verso gli Usa. Anche altri paesi che Rubio intende visitare, tra cui Guatemala ed El Salvador, sono fra i principali punti di passaggio per i migranti che cercano di raggiungere il confine meridionale degli Stati Uniti. In uno dei suoi primi promemoria ai dipendenti del Dipartimento di Stato, Rubio ha definito l’immigrazione di massa “una delle questioni più importanti del nostro tempo” e ha affermato che sotto la sua guida il Dipartimento lavorerà con i Paesi dell’emisfero occidentale per ridurre l’immigrazione illegale e negoziare “il rimpatrio degli immigrati illegali”.