A meno di ventiquattro ore da quando erano state sospese per rispettare il veto imposto da una legge bipartisan approvata dal Congresso, TikTok e la sua compagna CapCut, entrambe di proprietà dell’azienda cinese ByteDance, hanno annunciato su X che “stanno lavorando per ripristinare il servizio. Ringraziamo il presidente Trump per aver fornito la chiarezza e la garanzia necessarie ai nostri fornitori che non subiranno alcuna penalità” per non aver rimosso le applicazioni dall’App store.
Non ancora entrato ufficialmente alla Casa Bianca, il presidente eletto Donald Trump, che si sta preparando per il giorno dell’insediamento, aveva annunciato su Truth Social che, appena metterà piede nello Studio Ovale, firmerà un ordine esecutivo per rendere le due applicazioni ancora operative temporaneamente finché non si troverà un acquirente americano.
Sabato sera, ore prima che il veto approvato dal Congresso e confermato anche dalla Corte Suprema per evitare che la Cina si appropriasse dei dati americani, gli utenti che hanno provato ad accedere su TikTok o CapCut hanno ricevuto un messaggio: “Ci dispiace, l’applicazione non è disponibile al momento a causa di un divieto del governo americano”, a cui seguiva un link sulle disposizioni della normativa.
Oltre 170 milioni di americani utilizzano TikTok. Molti content creator sfruttano la piattaforma come maggior fonte di guadagno, per promuovere piccole attività o grandi brand. Insieme all’amministrazione di TikTok, alcuni avevano fatto ricorso alla Corte Suprema, contestando che vietare la legge andasse contro al Primo Emendamento. Ma i giudici non ne hanno voluto sapere rispondendo che non si tratta di “sopprimere la libertà di espressione”, ma di “un interesse governativo sulla sicurezza nazionale” in quanto l’applicazione è di proprietà cinese. A questo proposito, molti Stati ne hanno già vietato l’utilizzo a tutti i dipendenti governativi.