Al Senato sono cominciate le audizioni nelle diverse Commissioni per esaminare i candidati scelti dal presidente eletto Donald Trump per ricoprire le cariche di responsabili dei dicasteri che entreranno a far parte della sua prossima amministrazione.
Con la politica americana così polarizzata l’esame delle qualifiche dei candidati assume i connotati di un processo di canonizzazione: da una parte, i difensori, che ingigantiscono le doti e minimizzano le accuse; dall’altra, i detrattori, che ingigantiscono e accuse e ne minimizzano le doti.
Il primo a essere preso in esame dai senatori, forse questa è la nomina più controversa fra i candidati scelti da Trump, è stato Pete Hegseth che il presidente eletto vuole come Segretario della Difesa, la più grande agenzia governativa della nazione.
La scelta del 44enne, ex anchorman della Fox, era stata molto criticata dai vertici militari e dai democratici e inizialmente aveva suscitato le perplessità anche dei conservatori dopo le accuse di aggressione sessuale scoperte dal Wall Street Journal. Accuse che risalgono al 2017, durante una conferenza delle donne conservatrici. La polizia di Monterey, in California, ha confermato la denuncia ai danni di Hegseth, che avrebbe causato anche una contusione alla vittima con cui aveva avuto una lunga relazione extraconiugale.
Lui ha negato tutto, ma il suo avvocato ha raggiunto un accordo economico con il legale della vittima che poi ha ritirato la denuncia. Sotto i riflettori altre sue scappatelle, i suoi tatuaggi, tra cui uno sul bicipite del braccio destro: “Deus Vult”, in caratteri gotici, cioè il grido “Dio lo vuole” usato dai cristiani durante le Crociate e ora espressione dei nazionalisti evangelici e anche degli assalitori del 6 gennaio 2021, abbracciata dall’estrema destra. Al vaglio anche le allegre finanze di due organizzazioni non profit di assistenza per gli ex combattenti che Hegseth amministrava e dalle quali è stato allontanato dopo le indagini contabili.

Quando martedì mattina Hegseth è entrato in aula è stato accolto dagli applausi di una parte del pubblico. Poco dopo, mentre faceva la sua presentazione ai commissari tracciando il suo profilo professionale e sostenendo di non essere “una persona perfetta”, ma vittima di una coordinata campagna di fango, è stato interrotto tre volte dalle grida di alcuni manifestanti che contestavano la sua nomina. Hegseth ha utilizzato il suo discorso di apertura per sottolineare la necessità che il Pentagono si concentri su “combattimento” e “letalità” come le nuove regole per gli alti comandi.
Ha detto di aver prestato servizio a Guantanamo Bay, Iraq e Afghanistan e ha ammesso di avere meno esperienza militare o governativa di alto livello rispetto ad altri recenti leader del Pentagono. “Non ho un curriculum simile a quello dei segretari della Difesa degli ultimi 30 anni” e ha aggiunto che il presidente Trump gli ha confidato che il Pentagono è pieno di persone con le credenziali giuste che non sanno fare nulla.
La valanga di accuse e la sua inesperienza è stata minimizzata dal presidente della Commissione, il senatore repubblicano Roger Wicker. Le ha liquidate sostenendo che non sono credibili perché “anonime” e definendo la candidatura di Hegseth come “eccellente” paragonandolo al presidente eletto Trump.
Ma il leader democratico della Commissione, il senatore Jack Reed, ha detto senza mezzi termini a Hegseth: “Non credo che tu sia qualificato per soddisfare le enormi richieste che questa carica comporta e che le accuse contro di te sono estremamente allarmanti, ma soprattutto che non hai nessuna qualifica per svolgere questo lavoro”.
Durante la lunga audizione Hegseth è stato aggressivo nelle sue risposte. Ha parlato dell’impiego delle militari donne anche in prima linea, nonostante, in un suo libro pubblicato lo scorso anno, avesse sostenuto che le donne non dovrebbero svolgere ruoli di combattimento.
Conclusa l’audizione, il team di Donald Trump era ottimista sulla nomina sottolineando la calorosa accoglienza mostrata da tutti i senatori repubblicani della Commissione. Il team del presidente eletto sta facendo piazza pulita dei funzionari non allineati politicamente con il nuovo capo della Casa Bianca: molti hanno già fatto le valigie dopo essere stati interrogati su chi hanno votato nel 2024, chi hanno sostenuto con le loro donazioni e se abbiano postato sui social commenti compromettenti. Il futuro consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz ha detto a Breitbart News che tutte le persone non leali “si dimetteranno alle 12:01 del 20 gennaio” e che il National Security Council deve essere composto da personale “al 100% allineato con l’agenda del presidente”.