Manca una settimana alla fine del suo mandato e Joe Biden potrebbe prendersi un’ultima rivincita su Donald Trump, che entrerà ufficialmente alla Casa Bianca il 20 gennaio. Le autorità statunitensi e israeliane hanno riferito che i negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi hanno raggiunto un punto cruciale.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto un colloquio telefonico con il presidente uscente sui progressi di un possibile accordo, basato sulle proposte di Biden dello scorso maggio, dopo le riunioni a Doha, in Qatar, con i capi di Hamas. È la prima telefonata fra i due resa pubblica dall’ottobre 2024.
“Il primo ministro – ha riportato l’ufficio di Netanyahu in un comunicato – ha discusso con il presidente americano dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato che ha dato alla squadra negoziale a Doha”. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, Biden ha parlato con il premier israeliano anche delle “circostanze regionali decisamente cambiate” dopo il cessate il fuoco in Libano dello scorso novembre, il crollo del regime di Bashar al-Assad in Siria a dicembre 2024 e il conseguente indebolimento dell’Iran.
“Siamo molto molto vicini ha un accordo per Gaza, ma comunque lontani perché non ci siamo ancora – ha dichiarato a CNN l’adviser sulla Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca Jake Sullivan, che si trova a Doha. – È possibile che riusciremo ad arrivarci prima del 20 gennaio, ma non posso assicurarlo”.
Intanto, Netanyahu sarebbe in trattativa anche con due dei politici del suo Governo principali sostenitori della guerra Gaza: Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e quello della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir. Lo scorso maggio, entrambi si sono opposti alla proposta di pace di Biden, che prevede l’immediato rilascio degli ostaggi e il “pieno e totale cessate il fuoco”, sostenendo che Israele avrebbe dovuto continuare a combattere fino alla distruzione completa di Hamas.
Raggiungere un accordo con Hamas prima del 20 gennaio sarebbe uno smacco all’amministrazione Trump, che durante la sua campagna elettorale ha dichiarato più volte che non ci sarebbe stata alcuna guerra a Gaza né in Ucraina. Sabato, Netanyahu ha incontrato l’inviato in Medio Oriente scelto da Trump, Steve Witkoff, che si è dimostrato molto ottimista rispetto ai negoziati in corso a Doha.