Un ultimo successo per l’amministrazione Biden proprio prima dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. I numeri sull’immigrazione clandestina al confine fra Stati Uniti e Messico hanno registrato un calo storico: i più bassi da luglio 2020, quando i passaggi da uno Stato all’altro erano ai minimi a causa della pandemia – il dato tanto vantato dal candidato repubblicano durante la scorsa campagna elettorale.
A conclusione della prima settimana del 2025, i dati di Associated Press riportano circa 44.000 arresti come numero complessivo per il mese di dicembre, in calo rispetto ai 46.612 di novembre e a quelli degli ultimi sei mesi. A confermarlo anche le testimonianze di un agente del U.S. Customs and Border Protection, l’agenzia federale che controlla la dogana, che ha dichiarato a USAToday che fra lunedì 30 dicembre e domenica 5 gennaio sono stati rintracciati circa 1.000 illegali migranti al giorno. E gennaio potrebbe confermare questa tendenza.
Al New York Times, Adam Isacson, esperto di sicurezza delle frontiere presso l’Ufficio di Washington per l’America Latina, ha commentato che per i primi mesi della sua presidenza Trump potrebbe continuare a registrare dati così bassi, anche se i meriti di questi risultati sono da attribuire al presidente uscente.
È infatti grazie alle misure applicate da Biden e ai rapporti che ha sviluppato con l’ex presidente messicano Andrés Manuel López Obrador e quella attuale, Claudia Sheinbaum, che ci sono meno migranti che provano ad attraversare il confine senza documenti e più arresti. A dicembre 2023, sono state fermate circa 250.000 persone e, nel 2024, è stato registrato un nuovo record di deportazioni: 271.484 verso 192 Paesi diversi, secondo i registri del U.S. Immigration and Customs Enforcement, superando anche la quota raggiunta dalla prima amministrazione Trump.
Per sostenere l’entrata legale di quante più persone possibili, il presidente uscente ha promosso un’applicazione, la CBP One, che permettesse di fissare 1.450 appuntamenti quotidiani per richiedere asilo. Secondo una misura approvata a settembre 2024, l’amministrazione Biden sospendeva le richieste di asilo se venivano riportati più di 1.500 arresti per 28 giorni consecutivi. Questa normativa andava a completarne un’altra, in vigore da giugno 2024, secondo cui veniva imposta la chiusura delle frontiere ogni volta che la media giornaliera degli arresti superava i 2.500 per sette giorni consecutivi.