In Sudan le Forze di Supporto Rapido RSF avrebbero perpetrato un genocidio nel contesto della guerra civile che affligge il paese da oltre un anno. È quanto dichiarato dal Segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha descritto le atrocità commesse come una tragedia senza precedenti nella recente storia della Nazione.
Secondo il politico, si tratterebbe del secondo eccidio commesso in meno di tre decenni, dopo quello del Darfur all’inizio degli anni 2000, che causò centinaia di migliaia di vittime. Durante la sua analisi, il Segretario di Stato ha accusato le RSF e le milizie alleate di aver deliberatamente preso di mira civili sulla base dell’etnia, ucciso uomini e ragazzi, compresi neonati, e commesso violenze sessuali brutali contro donne e ragazze appartenenti a specifici gruppi.
La ferocia non si limiterebbe solo agli omicidi e agli stupri: Blinken ha denunciato anche attacchi contro coloro che cercano di fuggire e l’impedimento alle forniture vitali per chi è rimasto intrappolato nelle zone di conflitto. “Sulla base di queste informazioni, ho concluso che i membri delle RSF e degli alleati hanno commesso un genocidio in Sudan”.
La guerra civile, scoppiata nell’aprile 2023, ha portato lo stato nordafricano a vivere una delle peggiori crisi umanitarie al mondo. Nonostante gli sforzi diplomatici internazionali, le violenze sono continuate senza soluzione. Le RSF, guidate da Mohammad Hamdan Daglo Mousa, noto come Hemedti, sono accusate di atrocità sistematiche, tra cui una campagna per ridurre in schiavitù uomini e donne e il reclutamento forzato.
Hemedti non è nuovo a questi addebiti: prima di comandare le unità, era un leader della milizia Janjaweed, eh ha avuto un ruolo di rilievo nel genocidio del Darfur. Gli Stati Uniti nei giorni scorsi hanno imposto sanzioni e restrizioni sui visti contro di lui e i suoi familiari, vietando loro l’ingresso nel territorio americano.
Fra le misure adottate anche penalità verso sette aziende con sede negli Emirati Arabi Uniti, tutte con legami economici con le RSF. Tuttavia, Blinken ha chiarito che Washington non sostiene alcuna delle due parti coinvolte nel conflitto. “Entrambi i belligeranti, le RSF e le Forze Armate Sudanesi SAF, sono responsabili delle violenze e delle sofferenze della popolazione. Nessuno dei due schieramenti ha la legittimità per governare un futuro Sudan pacifico”.
Le parole di Blinken vogliono essere un ammonimento verso la comunità internazionale che fatica a trovare una risposta efficace a questa catastrofe umanitaria. “Gli Stati Uniti”, ha concluso, “continueranno a imporre costi a coloro che mantengono vivo il conflitto”.