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January 8, 2025
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La prima mossa dei repubblicani: alla Camera passa il Laken Riley Act

Il disegno di legge prevede la detenzione e poi l’espulsione dei migranti clandestini che commettono reati anche non violenti

Massimo JausbyMassimo Jaus

Speaker of the House Mike Johnson (C) smiles on the House floor after being nominated as a candidate for the next speakership at the start of the 119th Congress in the US Capitol in Washington, DC, USA, 03 January 2025. EPA/JIM LO SCALZO

Time: 3 mins read

I repubblicani hanno mantenuto la promessa: la prima legge che la Camera ha passato è stata il Laken Riley Act, un disegno per richiedere la detenzione e poi l’espulsione dei migranti clandestini che commettono reati anche non violenti. Il voto della Camera è stato di 264 favorevoli e 159 contrari. 48 democratici hanno votato con i repubblicani. Da vedere ora cosa succederà al Senato che voterà in seconda battuta questo disegno di legge nei prossimi giorni.

Il Laken Riley Act prende il nome dalla giovane infermiera, Laken Riley, appunto, uccisa da Jose Ibarra in Georgia mentre faceva jogging in un parco. Ibarra, un venezuelano di 26 anni che era entrato clandestinamente negli Stati Uniti, è stato condannato due settimane fa all’ergastolo. Un omicidio che è stato strumentalizzato durante la velenosa campagna elettorale diventando uno dei cavalli di battaglia di Trump per accusare l’amministrazione Biden sull’insicurezza delle frontiere.

Questo degli immigrati clandestini, della sicurezza alle frontiere, delle richieste di asilo da parte delle persone che fuggono dai regimi totalitari è un tema molto scottante che si scontra con la cruda realtà della vita.

Negli ultimi anni la “cancel culture”, il punto di vista delle minoranze che si sentono oppresse, ha generato negli Stati Uniti il “woke”, cioè la “consapevolezza” delle ingiustizie sociali legate principalmente a questioni di genere, di etnia e di condizione sociale. Una visione che in modo aggressivo invita a epurare dalla società tutto ciò che è “ingiusto”, come gli arresti sproporzionati da parte della polizia delle minoranze. Un esempio può essere quello degli afroamericani, che sono circa il 35% della popolazione e che rappresentano più del 60% dei carcerati. Anche se il consumo di stupefacenti tra bianchi e afroamericani è uguale, per ogni bianco incarcerato per crimini legati alla droga ce ne sono sei afroamericani. E poi la protezione dei diritti di chi è fuggito dai Paesi. Nel caso di Ibarra era il Venezuela.

In uno screenshot di MSNBC, Laken Riley (sinistra), la studentessa uccisa, e José Ibarra (destra) durante l’udienza in tribunale

Una visione che ha fatto breccia nella società soprattutto negli Stati più tolleranti come New York o la California, diventando il grido di guerra dei dem più a sinistra. Il risultato pratico è stato che i procuratori distrettuali, che sono eletti, hanno cambiato le regole per le persone incensurate, arrestate per reati non violenti, anche se sono entrate illegalmente negli Stati Uniti. Dopo l’arresto tornano in libertà. Nell’udienza in cui si notifica il motivo dell’arresto il magistrato notifica l’incriminazione e dà appuntamento all’imputato in tribunale per il processo. Questo per evitare sia il sovraffollamento delle carceri, sia perché, secondo i teorici del woke, la maggior parte dei crimini come il furto, il taccheggio o il borseggio, sono commessi da persone della fascia sociale più povera, quindi maggiormente bersagliata dalla giustizia.

Il risultato è che molti degli incriminati fuggono e fanno perdere le loro tracce. Ed è quello che è successo con Jose Ibarra che era a piede libero dopo essere stato arrestato per aver preso della merce da un negozio senza pagare. Era latitante quando ha ucciso Laken Riley. Ora, se il Laken Riley Act passerà anche al Senato, questa situazione non si verificherà più perché ci sarà l’espulsione immediata.

Dopo il voto di ieri i democratici sono sotto pressione per dimostrare che anche loro vogliono affrontare i timori degli elettori sull’immigrazione.

La proposta di legge è passata alla Camera, ora deve passare l’esame del Senato dove deve superare la soglia dei 60 voti. Attualmente i repubblicani hanno la maggioranza con 53 seggi. 45 sono i democratici e 2 gli indipendenti, che hanno sempre votato con i democratici. Ma quando il disegno di legge verrà sottoposto al Senato questa settimana, ci vorranno otto democratici per votare con i repubblicani, poiché il senatore repubblicano in carica della West Virginia, Jim Justice, che ha preso il posto del democratico Joe Manchin, ha scelto di ritardare di una decina di giorni il suo giuramento per terminare il suo mandato di governatore e non prenderà parte al voto.

Il senatore democratico John Fetterman ha affermato di sostenere la legislazione. “La tragica vicenda di Laken Riley è un promemoria di ciò che è in gioco quando il nostro sistema non riesce a proteggere le persone. Nessuna famiglia dovrebbe perdere una persona cara a causa di una violenza prevenibile. L’immigrazione è ciò che rende grande il nostro Paese. Sono favorevole a dare alle autorità gli strumenti per prevenire tragedie come questa mentre lavoriamo a soluzioni complete per il nostro sistema che è in evidente necessità di essere modificato”.

Con Fretterman anche il senatore democratico Gary Peters del Michigan, che si candida per la rielezione nel 2026, che al microfono della CNN ha detto che voterà per il Laken Riley Act. Il senatore democratico Ruben Gallego dell’Arizona ha detto che sta “esaminando” la legislazione.

Se non otterranno i 60 voti per far passare la proposta di legge i repubblicani stanno preparando il processo “di riconciliazione” che con numerosi tagli e aggiunte patteggiate con i democratici, consentirà loro di aggirare la soglia dei 60 voti del Senato.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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