Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato lunedì mattina che lascerà la guida del governo e del Partito Liberale, pur rimanendo in entrambe le cariche fino alla nomina di un successore.
La decisione è arrivata in un discorso tenuto alle 11:00 (ora locale, le 17:00 in Italia) dalla residenza ufficiale al Rideau Cottage, in un contesto che lo vede ai minimi storici di popolarità e dopo che negli ultimi mesi almeno una ventina di deputati liberali, rappresentanti di caucus regionali chiave come il Quebec, l’Ontario e le province atlantiche, ne hanno apertamente chiesto un passo indietro.
Nel suo discorso, Trudeau ha affermato che il parlamento è rimasto “paralizzato per mesi”, dopo quella che definisce “la più lunga sessione di un parlamento di minoranza nella storia del Canada”. “Ora questo Paese merita una vera scelta”, ha aggiunto.
A complicare il destino politico di Trudeau è stata soprattutto la recente rottura con Chrystia Freeland, considerata da molti come la sua più probabile erede. Freeland, ex vicepremier e ministra delle Finanze, ha rassegnato le dimissioni il mese scorso, proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto presentare la dichiarazione economica autunnale.
La sua uscita è stata accompagnata da una lettera pubblica in cui ha criticato aspramente le “costose trovate politiche” del governo, sollecitando una maggiore collaborazione con i premier provinciali per affrontare le prossime sfide economiche di Ottawa, in primis i dazi paventati dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
Trump ha promesso di imporre una tariffa del 25% sulle merci canadesi se il Paese non metterà in sicurezza la frontiera comune contro il flusso di immigrati clandestini e di sostanze stupefacenti.
Nel frattempo, i Conservatori, forti di sondaggi favorevoli da oltre un anno, hanno annunciato che presenteranno presto una mozione di sfiducia contro il governo liberale. Il voto, secondo fonti parlamentari, potrebbe tenersi già il 30 gennaio, poco più di una settimana dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca – e vedono proprio i conservatori in netto vantaggio (45%) a fronte di un rovinoso declino dei sodali di Trudeau (intorno al 20%).
Il premier dimissionario ha invece chiesto alla governatrice generale del Canada Mary Simon di prorogare il Parlamento, interrompendo tutti i procedimenti senza però scioglierlo fino al 24 marzo – in modo da consentire ai liberal di gestire la transizione con maggiore calma. Nella rosa di possibili candidati alla leadership figura, oltre all’ex vicepremier Freeland, anche l’ex governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney.
Trudeau, 53 anni, aveva preso le redini del Partito Liberale nel 2013, portandolo al potere due anni dopo con una piattaforma progressista che prometteva equità di genere, lotta al cambiamento climatico e politiche pro-commercio. Tuttavia, negli ultimi anni la pandemia ha assorbito gran parte delle energie del governo, con spese straordinarie per sostenere famiglie e imprese che hanno generato deficit record, senza però evitare l’insoddisfazione popolare per l’aumento dei prezzi. A peggiorare la situazione c’è stato inoltre l’afflusso massiccio di nuovi immigrati che ha aggravato una già acuta crisi del mercato immobiliare.
Fonti vicine al partito riferiscono che Trudeau avrebbe offerto al ministro delle Finanze, Dominic LeBlanc, la possibilità di assumere temporaneamente la guida del governo – ma quest’ultimo avrebbe rifiutato in quanto intenzionato a candidarsi autonomamente alle prossime elezioni.