È stato registrato in Louisiana il primo caso grave di influenza aviaria in un essere umano, una donna di 65 anni con patologie pregresse, probabilmente infettata dal contatto con volatili malati. Secondo i funzionari statali, la paziente sta affrontando una grave malattia respiratoria correlata all’H5N1 ed è ricoverata in ospedale in condizioni critiche. In questo caso però i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno scoperto mutazioni non presenti nel pollame infetto. Le mutazioni sono nel gene HA, che aiuta il virus ad attaccarsi alle cellule ospiti. Il rischio per il pubblico rimane basso, e per ora non è stata identificata trasmissione ad altre persone.
L’agenzia ha spiegato che attualmente l’unica ipotesi plausibile di contagio potrebbe essere correlata al contatto della sessantacinquenne con alcuni stormi di uccelli malati e morti che si radunavano nel suo cortile.
“Si ritiene che la paziente segnalata dalla Louisiana sia stata esposto a uccelli malati o morti all’interno dell’area della sua proprietà. Non si tratta di pollame commerciale allevato per uso alimentare. Inoltre, in questo caso la donna infettata dal virus non è stata esposta al contatto con mucche da latte né con i suoi derivati”, ha puntualizzato il dott. Demetre Daskalakis, direttore del Centro nazionale per l’immunizzazione e le malattie respiratorie presso i CDC.
Secondo i CDC questo virus, D1.1, appartiene al ceppo riscontrato in Canada, nello stato di Washington e rilevato negli uccelli selvatici e nel pollame negli Stati Uniti. Tuttavia, è diverso da B3.13, il tipo rilevato nelle vacche da latte e in alcuni focolai presenti nel pollame, spiegano gli esperti.
Il CDC ha reso noto che attualmente sta lavorando a un ulteriore sequenziamento genomico dei campioni di virus prelevati dalla paziente per studiarne le mutazioni. Pertanto, l’indagine sulla sua modalità di trasmissione è ancora in corso.