Squilibrato, sfacciato omicida, Robin Hood americano contro la perfidia delle assicurazioni sanitarie, eroe, giustiziere? Mentre Luigi Mangione, che il 4 dicembre ha ammazzato a sangue freddo nel centro di Manhattan il CEO di UnitedHealthcare Brian Thompson, prepara da un carcere della Pennsylvania la sua difesa affidata all’avvocata newyorchese Karen Friedman Agnifilo, l’eco del suo incredibile gesto sta spingendo alla produzione di ben due documentari (docufilm, docufiction, chissà).
Il primo arriva da Anonymous Content e Jigsaw Prods. di Alex Gibney e vuole esplorare come nasce un assassinio, cosa dice il caso sulla società americana; ma anche la frustrazione degli statunitensi nei confronti dell’industria sanitaria privata e del sistema delle assicurazioni che spesso rifiutano risarcimenti e assistenza, lasciando i malati in balia di conti impossibili da pagare. La morte di Thompson, da vent’anni al lavoro nel gigante UnitedHealthcare, ha spaccato l’America: molti hanno celebrato pubblicamente Mangione e un’ondata di sostegno si è levata per lui. Il giovane omicida soffriva di dolori lancinanti alla schiena e si era sottoposto a un intervento chirurgico alla colonna vertebrale. Sul suo profilo su X aveva postato anche una radiografia. La UnitedHealthcare è nota perché respinge circa il doppio delle richieste di risarcimento rispetto alla media del settore.
Gibney nel 2008 ha vinto un Oscar col documentario Taxi to the Dark Side, e attualmente sta producendo un film su Elon Musk e un documentario basato sul libro-memoir di Salman Rushdie, Knife: Meditations After an Attempted Murder. Il progetto su UnitedHealthcare segna la terza collaborazione tra Anonymous (Spotlight, The Revenant) e Jigsaw.
Il secondo documentario vedrà impegnato il due volte candidato agli Emmy Stephen Robert Morse, che ha prodotto il documentario di Netflix Amanda Knox e ha anche diretto per la piattaforma di streaming How to Rob a Bank, un documentario di cronaca nera sul prolifico rapinatore di banche Scott Scurlock.
Il progetto di Morse esplorerà le diverse prospettive di coloro che sono stati coinvolti nell’omicidio e nelle sue conseguenze, tra cui le vittime, le loro famiglie e lo stesso Mangione, oltre alle complessità morali sollevate dall’omicidio di Thompson. Fornirà anche un contesto storico sul tema dell’assicurazione sanitaria privata. “È un caso complesso e solleva importanti domande sui costi devastanti del sistema sanitario interamente privatizzato e sull’inevitabilità della violenza quando pare impossibile ottenere cambiamenti con le buone”, ha dichiarato Morse. “Il mio obiettivo è presentare un’esplorazione equilibrata dell’assassinio di Thompson, mostrando tutti i lati della storia e rispettando la perdita di una vita umana e il suo impatto su tutte le persone coinvolte. Ogni storia ha molte sfaccettature e io credo nel trattare tutti con gentilezza ed equità. Questo approccio è sempre stato al centro dei miei progetti”.
Insieme a Morse, fondatore della società di produzione Morse Code Group, collaborano al documentario il direttore della fotografia Matt Cianfrani (United Shades of America), la giornalista investigativa Hannah Ghorashi e il regista Eli Eisenstein, coetaneo di Mangione all’Università della Pennsylvania.