Non era un segreto, ma toccare con mano la realtà fa pensare: vicino a Damasco la scoperta di una fabbrica di Captagon – scoperta per i giornalisti occidentali, per i locali non era una novità – chiarisce diverse cose. Il regime di Assad aveva sempre negato di produrre questa anfetamina, un tempo usata come farmaco stimolante, per esempio contro la narcolessia; ma gli Stati Uniti accusavano Damasco, e diversi Stati arabi avevano chiesto al vicino di mettere uno stop all’esportazione di droga, senza successo.
Il regime e le milizie sostenute dall’Iran come Hezbollah avevano avviato una vera produzione di massa durante la guerra civile siriana. Due i risultati: prima di tutto i profitti che arrivavano nelle casse della Siria, qualcosa come 5 miliardi di dollari l’anno secondo gli analisti. E poi, la distribuzione di anfetamine alle milizie: secondo Israele, i miliziani di Hamas responsabili delle stragi del 7 ottobre 2023 erano fatti di Captagon, euforici e carichi di droga.
Un resoconto del Guardian racconta di un complesso tentacolare a 20 minuti di macchina dal centro di Damasco. I ribelli che hanno riconquistato la Siria ci sono arrivati l’8 dicembre e hanno trovato milioni di pasticche e i materiali chimici per produrle: le pillole pronte per il trasporto erano nascoste in vari modi, dentro frutti i plastica o in finte bobine di rame o in lastre di cartongesso.
Nell’impianto anche una pressa – per imprimere sulle pillole il caratteristico logo a doppia mezzaluna – e secchi di colla siliconica, per sigillare le mele e i meloni di plastica che nascondevano le pillole; barattoli di cloroformio e formaldeide e sacchi di idrossido di sodio, tutti usati per la produzione del Captagon, la cui formula negli ultimi anni è cambiata ampiamente a seconda delle circostanze. E ancora, maschere antigas lasciate dagli operai della fabbrica, pentole giganti di dimensioni industriali usate per cucinare il cibo della mensa, con ancora il riso della settimana precedente.
Gran parte della struttura è stata bruciata all’avvicinarsi delle forze ribelli, e il piano sotterraneo è pieno dell’odore di hashish carbonizzato. Incendiate anche vasche piene di sostanze chimiche, con il pavimento coperto di schiuma marrone dove il contenuto è fuoriuscito.
Il presunto proprietario della struttura, Amer Khiti, era un ex parlamentare sanzionato dagli Stati Uniti nel 2020 per i suoi legami con il regime di Assad. Anche il Regno Unito gli aveva imposto sanzioni, a causa della sua proprietà di diverse aziende in Siria che “facilitano la produzione e il contrabbando di droghe, tra cui il Captagon”. Ma secondo i ribelli, a gestire davvero la fabbrica e il commercio clandestino di droga era Maher al-Assad, fratello di Bashar al-Assad, comandante militare.
Damasco esportava Captagon di contrabbando attraverso Giordania e Libano, creando grossi problemi commernciali: nel 2021, gli Stati del Golfo avevano vietato tutte le importazioni di prodotti dal Libano dopo che sono state scoperte ripetute spedizioni contenenti frutta e verdura contraffatte e imbottite di Captagon.