La Repubblica Dominicana ha intrapreso una massiccia campagna di deportazioni di migranti haitiani, con oltre 71.000 persone rimpatriate dal mese di ottobre. Uomini, donne incinte, bambini non accompagnati e persino individui che non hanno mai vissuto ad Haiti sono stati lasciati al confine in condizioni disumane, ammassati in gabbie montate su camion.
Il presidente dominicano Luis Abinader ha dichiarato che il paese non può più sostenere la crisi, e ha criticato la comunità internazionale per la mancanza di supporto. Questo contesto di tensione ha portato il governo ad annunciare l’espulsione di 10.000 persone a settimana, in un’escalation mai vista nella recente storia.
Le deportazioni hanno sollevato accuse di discriminazione e violazioni dei diritti umani. Gandy Thomas, rappresentante haitiano presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), ha parlato di una “strategia di pulizia etnica” e di una “campagna contro gli haitiani per la loro nazionalità e il colore della pelle”. Ha inoltre fatto presente che tali azioni peggioreranno la già fragile situazione infrastrutturale di Haiti, dove i deportati arrivano senza risorse né legami con le comunità locali.
Radhafil Rodríguez, rappresentante dominicano presso l’OAS, ha respinto le accuse, e ha precisato che eventuali denunce di maltrattamenti saranno comunque investigate. Rodríguez ha sottolineato che la situazione del paese confinante ha messo sotto pressione le scuole, gli ospedali e le risorse dominicane, rendendo necessario il proseguimento delle deportazioni.
Secondo alcune testimonianze, anche i migranti con documenti validi verrebbero arrestati, spesso con la richiesta di pagamenti fino a 330 dollari per evitare l’espulsione. Le deportazioni hanno inoltre provocato un aumento dei bambini abbandonati nello stato dominicano, come denunciato da William Charpentier, un attivista della Coalizione Nazionale per le Migrazioni e i Rifugiati.
Haiti, che già fatica a contrastare la violenza delle bande e la crisi umanitaria, nonostante gli sforzi della missione internazionale sostenuta dall’ONU guidata dalla polizia keniota, rischia di collassare di fronte a questa nuova emergenza.
Inoltre le relazioni con la Repubblica Dominicana sono ormai critiche; entrambi i paesi invocano un dialogo, ma hanno visioni diametralmente opposte su come affrontare il fenomeno migratorio.