Giovedì scorso, Barack Obama ha tenuto un discorso sul pluralismo nell’ambito del 2024 Democracy Forum, un summit annuale organizzato dalla Fondazione Obama a Chicago. Si tratta del primo importante intervento pubblico dell’ex presidente dopo la rielezione di Donald Trump a novembre, mentre il partito democratico si sta ancora riprendendo dalla sconfitta schiacciante di Kamala Harris, che ha sollevato profondi interrogativi sull’identità politica dell’Asinello.
Obama ha dato contesto al momento attuale riconoscendo le forme profondamente diseguali che le strutture all’apparenza democratiche hanno assunto nel corso della storia americana e che questo ha contribuito, a volte, a un senso di unità imperfetto. “Il motivo principale per cui il pluralismo americano sembrava funzionare così bene è dovuto soprattutto alle persone che venivano lasciate fuori”, ha spiegato Obama facendo riferimento alla storica esclusione di gruppi in base alla razza, al genere, alla classe, all’orientamento e all’identità sessuale. Mentre la legislazione sui diritti civili ha affrontato questi problemi in una certa misura, il 44° presidente ha anche sottolineato il ruolo che la disuguaglianza ha giocato più di recente nell’isolare le popolazioni l’una dall’altra attraverso linee economiche specifiche, dato che le “istituzioni di mediazione” come i sindacati e le chiese continuano a diminuire e coloro che dispongono di risorse mandano i loro figli in scuole private, dove sia i genitori che i bambini hanno meno probabilità di interagire con persone di diversa estrazione sociale. “Se vogliamo che la democrazia, così come la intendiamo, sopravviva – ha avvertito Obama – allora dovremo tutti lavorare per un rinnovato impegno verso i principi del pluralismo”.
Il discorso di Obama non ha necessariamente affrontato le questioni più profonde riguardanti l’attuale stato di abbandono ideologico del suo partito, ma ha piuttosto offerto dei consigli sulle pratiche migliori per i sostenitori in una serie di questioni. Tra questi, spicca l’osservazione che “costruire ponti non è contrario all’uguaglianza e alla giustizia sociale”. Ha accettato che coloro che cercano un cambiamento non debbano compromettere le proprie convinzioni di fronte all’opposizione, pur avvertendo che “le prove di purezza non sono una ricetta per il successo a lungo termine”. Ha incoraggiato la ricerca di sostegno da parte di persone che potrebbero non apparire completamente d’accordo fin da subito con una particolare missione come parte di una strategia di costruzione della coalizione, sottolineando l’importanza di fare spazio “non solo per i woke (l’espressione inglese che indica una certa fascia di progressisti) ma anche per gli waking (cioè “chi si sta ancora svegliando”)”.
Dopo aver delineato diversi modi di attuare pratiche pluraliste – la necessità di cercare un terreno comune, di anteporre le azioni alla retorica, di costruire istituzioni con un’ampia base d’attrazione – Obama ha riconosciuto una domanda scomoda riguardo al clima politico odierno: “Cosa succede quando l’altra parte ha più volte e abbondantemente chiarito di non essere interessata a giocare secondo le regole?”. Ha citato esempi come la soppressione degli elettori, la politicizzazione delle forze armate e l’uso del sistema giudiziario per attaccare gli avversari politici. Per l’ex presidente, anche in queste circostanze, “è importante cercare alleati in luoghi improbabili” che possano essere in grado di “esercitare influenza sulle persone con cui hanno rapporti all’interno dell’altro partito”. Sebbene l’idea sembri valida sulla carta, non ha aiutato la campagna elettorale di Harris quest’autunno, che per settimane ha fatto campagna con i repubblicani cosiddetti ‘never-Trump,’ prima di subire una storica sconfitta contro l’ex presidente.