Le università americane hanno iniziato, in via precauzionale, ad avvisare gli studenti internazionali, esortandoli a rientrare prima dell’insediamento del neo eletto presidente Donald Trump, previsto per il 20 gennaio 2025. La preoccupazione riguarda potenziali cambiamenti nelle politiche di immigrazione e restrizioni sui visti, che potrebbero influenzare il ritorno dei giovani nel Paese.
Fra gli atenei che hanno evidenziato la problematica vi è anche la Wesleyan University, in Connecticut, che ha sottolineato come l’attuale incertezza potrebbe comportare difficoltà nei rientri, soprattutto per coloro che si sposteranno nel periodo natalizio. In passato, durante il primo mandato del repubblicano, diversi studenti internazionali avevano dovuto affrontare ostacoli: il blocco sui trasferimenti imposto alle persone provenienti da paesi a maggioranza musulmana, e le misure restrittive che impedivano di rimanere in America agli iscritti ai corsi online.
La medesima raccomandazione è stata notificata dall’Università del Massachusetts Amherst, che ha pubblicato un avviso su Instagram invitando gli stranieri a tornare prima dell’insediamento presidenziale, nel timore che nuovi divieti possano abbattersi sugli allievi.
Anche il Massachusetts Institute of Technology MIT, ha emesso una nota simile, per mettere in rilievo la possibilità di ritardi da parte delle ambasciate e dei consolati, sui processi di visto, soprattutto in caso di nuove misure restrittive.
Le università cercano comunque di rassicurare i ragazzi, facendo riferimento alla loro esperienza legata ai cambiamenti di amministrazione, e invitano a non fare affidamento su voci o informazioni non ufficiali. Al riguardo Yale ha deciso di organizzare seminari informativi per fornire supporto e continuare a garantire un ambiente accogliente.
L’anno accademico 2023-2024 ha visto un aumento del numero di matricole provenienti da tutto il mondo, che hanno superato oltre 1,1 milioni, con un incremento delle iscrizioni del 6,6%. Il loro contribuito è stato significativo per l’economia degli Stati Uniti, con un indotto di circa 50 miliardi di dollari.