Dobbiamo agire ora. “Ogni frazione di grado conta”. È il grido di allarme che 500 scienziati hanno lanciato a conclusione del Summit australiano sulla ricerca in Antartide, svoltosi all’Università della Tasmania a Hobart. A rischio c’è il futuro del continente più arido, ventoso, freddo e bisogna agire immediatamente per prevenire lo scioglimento del ghiaccio, avvisano gli esperti.
“In nessun altro luogo della Terra – si legge nella dichiarazione redatta alla finale del summit e firmata da tutti i 500 scienziati – le proiezioni sull’innalzamento del livello del mare sono più incerte che nell’Antartide orientale. Soltanto la sua calotta glaciale contiene una quantità d’acqua tale da aumentare il livello globale del mare di circa 50 metri se si sciogliesse completamente. Le implicazioni per le nostre città e infrastrutture costiere sono immense. La perdita del ghiaccio è inarrestabile e non sappiamo se il punto di svolta irreversibile sia già stato superato”.
È un effetto a catena: l’inquinamento provoca un aumento delle temperature, che causa lo scioglimento dei ghiacci e che è, a sua volta, il principale motivo del cambiamento climatico.
Si stima che, ogni ora, l’Antartide perda circa 17 milioni di tonnellate di ghiaccio ed è un dato che sta subendo gravi accelerazioni, a causa di ondate straordinarie di calore. Secondo l’Australian Antarctic Program Partnership, l’organizzazione che ha gestito il summit, il livello del mare è già cresciuto di 10,5 centimetri negli ultimi 30 anni e, se aumenteranno le emissioni di gas serra, allora il mare dell’Australia salirà di 80 centimetri entro la fine del secolo.
Gli scienziati urgono i governi per agire immediatamente: “Le nostre società devono fissare e raggiungere gli obiettivi per diminuire la curva di carbonio nel minor tempo possibile.”