Tony Buzbee, l’avvocato di Houston che rappresenta oltre 120 presunte vittime di Sean “Diddy” Combs, è stato denunciato per aggressione.
Come riferito da TMZ, una donna, la cui identità non è stata resa nota, ha affermato di essere stata una cliente del legale, e di essere stata colpita da quest’ultimo mentre la rappresentava in una causa riguardante il divorzio dal suo ex marito.
Stando alle fonti reperite dalla testata statunitense, la presunta vittima si trovava in un luogo pubblico, quando ebbe un diverbio alquanto duro con l’avvocato. Quest’ultimo avrebbe perso totalmente il controllo, lanciando un calice di champagne in faccia alla propria assistita, scheggiandole addirittura un dente.
La donna afferma di essere in possesso di documenti medici che provano le lesioni subite ed ha accusato Buzbee di negligenza, che le è costata milioni di dollari in un accordo di divorzio “non corretto”. La presunta aggressione sarebbe avvenuta diversi anni fa.
Il nuovo avvocato della donna, Jeremy Bohrer, ha dichiarato a TMZ: “Tony Buzbee è un ipocrita. Non c’è niente di peggio di quando un cappello nero si maschera da cappello bianco”. “Tutto ciò è una falsità assurda”, ha invece ribadito il legale di Houston, “Mi piacerebbe sapere se questo avvocato che sta portando avanti questo stupido caso è amico di quello che si sta occupando dell’altra causa contro di me per estorsione. Non ci faremo intimidire o mettere a tacere da cause frivole, intentate contro di me o contro i miei clienti. Non tollererò la diffamazione”.

L’altra vicenda legale a cui Buzbee fa riferimento è venuta alla luce pochi giorni fa, quando una celebrità di Los Angeles, la cui identità non è stata svelata, lo ha citato in giudizio accusandolo di estorsione.
Il querelante ha depositato la propria causa presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles lunedì mattina, descrivendosi come un “individuo di alto profilo” che conosceva Diddy e partecipava ai suoi eventi.
Secondo quest’ultimo, Buzbee avrebbe cercato di estorcergli “spudoratamente esorbitanti somme di denaro”.
La causa afferma che l’avvocato e il suo studio hanno minacciato di scatenare “accuse del tutto inventate e malevole di violenza sessuale – compresi molteplici episodi di stupro di minori- contro il querelante, se si fosse rifiutato di soddisfare le loro richieste”.