L’eco delle elezioni continua a risuonare tra i corridoi del Washington Post. Il celere quotidiano statunitense, di proprietà di Jeff Bezos, ha infatti rimosso improvvisamente Dan Eggen dal ruolo di responsabile senior della sezione politica, senza dargli alcuna spiegazione e lasciandolo “sconvolto”, come egli stesso ha affermato.
Eggen, veterano di questo particolare settore, era stato promosso nel 2022, dopo oltre un decennio di carriera al quotidiano.
“Ho avuto difficoltà a scrivere questo messaggio, poiché contiene un elemento di supplica che non è particolarmente attraente”, ha affermato il giornalista dopo aver appreso la notizia, “Ma che importa: lunedì mi è stato comunicato che alla fine dell’anno sarò rimosso dalla carica di redattore senior di politica. Lascio ad altri il compito di spiegare il motivo di questa decisione”.
Non è chiaro se Eggen lavorerà ancora per il Post. Dopo oltre 10 anni presso la sezione politica, quest’ultimo, come affermato dallo stesso quotidiano, si era “affermato come uno dei nostri redattori più acuti e agili, elevando il nostro reportage quotidiano, guidando gli scoop e i resoconti su alcuni degli argomenti più competitivi del giornalismo”.
Il licenziamento arriva in un momento alquanto complesso per il Washington Post, che si prepara al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Solo poche settimane fa, la redazione era stata scossa dalla decisione di Bezos di non conferire l’endorsement alla vicepresidente Harris. In quell’occasione, diversi veterani del giornale decisero di dimettersi, compresi i membri del comitato editoriale: da allora, il quotidiano ha perso circa il 10% dei suoi abbonati, ovvero oltre 250.000 persone.
Bezos, patron di Amazon nonché uno degli uomini più ricchi del mondo, cercò di difendere la sua decisione, affermando che gli endorsement creano una “percezione di parzialità”.
Nel corso degli ultimi giorni, il Washington Post non è stato l’unico giornale a modificare il proprio approccio alla copertura politica dopo la vittoria di Trump. Il proprietario del LA Times, il dottor Patrick Soon-Shiong, che come Bezos ha impedito al suo giornale di fare un endorsement, ha promesso che il quotidiano avrà un “nuovo comitato editoriale” e che “le voci di tutte le parti saranno ascoltate”.