I repubblicani fanno quadrato intorno alla scelta di Donald Trump, che vorrebbe nominare il discusso ex parlamentare Matt Gaetz alla guida del Ministero della Giustizia. “Non è stato trovato l’accordo per rilasciare le conclusioni delle indagini della Commissione Etica della Camera su Matt Gaetz”, ha detto il presidente della Commissione, Michael Guest, alla fine di una burrascosa riunione alla Camera.
Di rimando i democratici, che ancora hanno la maggioranza al Senato, hanno chiesto all’Fbi i documenti sulle indagini per assicurarsi che il materiale sia disponibile quando si terranno le audizioni per confermarlo come ministro della Giustiza. I documenti, secondo quanto scrive il Washington Post, dovrebbero includere anche la testimonianza di una donna che ha dichiarato di essere stata pagata per aver fatto sesso con Gaetz quando lei aveva 17 anni. L’ex parlamentare ha negato e il Dipartimento di Giustizia non lo ha mai ufficialmente incriminato.
Oggi il vice presidente eletto JD Vance, ancora senatore dell’Ohio, è andato a Capitol Hill insieme a Gaetz per cercare di convincere i senatori che la scelta del presidente neoeletto a guidare il Dipartimento della Giustizia è quella giusta. Il senatore repubblicano Lindsey Graham, fedele sostenitore di Trump, è stato il più accanito difensore dell’ex deputato. Ha affermato che Gaetz, il parlamentare responsabile di aver messo in minoranza Kevin McCarthy l’anno scorso gettando il Congresso nel caos e nella paralisi legislativa, non dovrebbe essere squalificato per le accuse di aver pagato due donne per fare sesso, di aver fatto uso di droghe illecite e di aver avuto rapporti sessuali con una ragazza di 17 anni.
“Temo – ha dichiarato Graham – che il processo che circonda la nomina di Gaetz si stia trasformando in una folla inferocita che chiede un linciaggio e che le accuse non verificate vengano trattate come se fossero vere”.
Il fatto che Gaetz si sia dimesso dalla Camera ancor prima che la Commissione etica prendesse una decisione sulla pubblicazione delle indagini ha dato forza ai repubblicani per non renderle pubbliche dato che lui non è più un parlamentare. Tuttavia molti senatori, non solo quelli democratici, vogliono sapere prima delle audizioni i risultati delle indagini e per questo il senatore Dick Durbin, capo della Commissione Giustizia del Senato, ha chiesto il dossier all’Fbi.
A meno di due mesi dall’insediamento alla Casa Bianca Donald Trump ha quasi completato la squadra di governo, con una serie di nomine di suoi fedelissimi. Manca ancora il segretario al Tesoro, dopo che ieri è stato nominato Howard Lutnick segretario al Commerico. Lutnik, il Ceo di Cantor Fitzgerald, è anche co-presidente del team di transizione. Molto probabilmente al Tesoro verrà scelto il manager degli hedge fund, Scott Bessent.
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Per quanto riguarda invece le nomine controverse, che stanno incontrando una forte resistenza anche da parte di esponenti repubblicani del Senato, JD Vance oggi è andato a incontrarli per sostenere Tulsi Gabbard e Pete Hegseth. L’ex democratica che Trump vorrebbe alla guida dell’Intelligence è una “scelta preoccupante”, scrive il board editoriale del Wall Street Journal, sollevando dubbi anche su Hegseth al Pentagono, dato che il transition team non è stato informato dell’accusa di aggressione sessuale nei suoi confronti e, inoltre, date le sue simpatie con l’estrema destra americana. “I senatori – scrive il giornale finanziario – avranno molte domande da porre alle scelte fatte dal presidente eletto”. Critiche pesanti sono arrivate anche dal New York Post, altro quotidiano della catena Murdoch. Dopo aver bocciato la nomina di Kennedy Jr. alla Salute, il quotidiano newyorkese definisce “terribili” Gabbard e Gaetz e si augura che Trump ci ripensi.
Trump ha scelto il dottor Mehmet Cengiz Oz, chirurgo e celebre personaggio televisivo, alla guida dei Centers for Medicare & Medicaid Services, agenzia federale che si occupa di assistenza sanitaria per pensionati e persone in condizioni economiche limitate. E Linda McMahon, cofondatrice della World Wrestling Entertainment creata con il marito Vince, come segretaria all’Istruzione. McMahon, che aveva lavorato anche per la prima Amministrazione Trump, è attualmente co-presidente del team di transizione.