Il governo israeliano offre una ricompensa da 5 milioni di dollari per chiunque aiuti a liberare uno degli ostaggi nelle mani di Hamas dal 7 ottobre. Lo ha annunciato il premier Benjamin Netanyahu in una visita a Gaza con elmetto in testa: “Voglio dire a coloro che cercano di uscire da questo labirinto: chiunque aiuti a restituire un ostaggio troverà una via d’uscita sicura per sé e per le proprie famiglie – ha detto – Offriamo anche una ricompensa di cinque milioni di dollari per ogni ostaggio. Scegliete, la decisione è vostra, ma il risultato sarà lo stesso. Riporteremo tutti a casa”.
Nella Striscia di Gaza, il saccheggio di quasi 100 camion di aiuti da parte di uomini armati ha aggravato una già grave crisi alimentare.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votare oggi un’altra bozza di risoluzione che chiede un cessate il fuoco a Gaza, nell’ultimo tentativo di esercitare pressioni per porre fine alla guerra. Ma la bozza potrebbe essere bloccata dagli Stati Uniti. Chiede “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” nella guerra tra Israele e Hamas e “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. La formulazione ha irritato Israele.
L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon ha definito il testo “vergognoso”, aggiungendo: “Non possiamo permettere che le Nazioni Unite leghino le mani dello Stato di Israele nello sforzo proteggere i suoi cittadini, e non smetteremo di combattere finché non riporteremo a casa tutti gli uomini e le donne rapiti”.
Sull’altro fronte, l’inviato degli Stati Uniti Amos Hochstein, responsabile dell’amministrazione Biden per Israele e Libano, ha dichiarato che un accordo per porre fine alla guerra tra Israele ed Hezbollah sarebbe “a portata di mano” dopo i colloqui di martedì in Libano. Gli alleati di Hezbollah nel governo libanese hanno dichiarato che il gruppo militante ha risposto positivamente alla proposta, che comporterebbe il ritiro dei suoi combattenti e delle forze di terra israeliane da una zona cuscinetto delle Nazioni Unite nel sud del Libano.
La zona cuscinetto sarebbe sorvegliata da migliaia di forze di pace ONU e truppe libanesi aggiuntive. Israele ha chiesto però un meccanismo di applicazione più forte, che potrebbe includere la capacità di condurre operazioni militari contro qualsiasi minaccia di Hezbollah, cosa a cui il Libano probabilmente si opporrà.