Si è conclusa l’odissea di Matteo Falcinelli che è finalmente rientrato in Italia oggi 19 novembre dopo la terribile aggressione subita a Miami la notte tra il 24 e il 25 dello scorso febbraio. Il venticinquenne, è uno studente della Florida International University originario di Spoleto in Umbria, che lo scorso maggio denunciò di essere stato vittima di abusi da parte della polizia statunitense di Miami dopo una serata passata in un locale notturno. Matteo è stato pestato dagli agenti che gli hanno immobilizzato il collo con un ginocchio premendogli il viso sull’asfalto. Questi poi lo avrebbero persino legato e torturato dentro una cella alla stazione di polizia di North Miami Beach. Il ragazzo era accusato di aggressione nei confronti degli agenti, accuse che però, sono decadute a settembre.
“Matteo al suo ritorno in Italia vuole finalmente parlare e raccontare tutto quello che gli è successo, quello che ha vissuto ed il terribile dolore e sofferenza che ha provato, non solo al momento dell’aggressione e della tortura, ma anche quando era rinchiuso in prigione, dove gli sono stati negati tutti i diritti e dove era lontano dalla sua famiglia “, racconta la madre Vlasta Studenicova.
Ma come sottolinea la mamma del ragazzo, pare che la vicenda processuale non si sia ancora del tutto risolta in quanto, pur essendo cadute tutte le accuse contro di lui, la FID, l’università alla quale Matteo è iscritto, ha dichiarato la scorsa settimana, che in seguito a una segnalazione della polizia ha aperto un procedimento a suo carico. Adesso dovrebbe sottoporsi a una una sorta di procedimento processuale interno alla FID, che potrebbe compromettere il rilascio del suo diploma di laurea, dopo anni di studio.
Attualmente la signora Studenicova chiede apertamente sostegno nella battaglia che lei e il figlio affrontano per avere giustizia, con un appello alla premier Giorgia Meloni, ai politici e a tutte le istituzioni italiane, con la viva speranza di ottenere l’aiuto necessario. La donna ha chiesto sostegno anche al Ministro Tajani per ottenere l’impegno del governo di seguire le indagini a Miami e ha aggiunto: “Ho avuto modo di verificare a Miami, che i poliziotti in questione finora non sono mai stati neanche temporaneamente sospesi (cosa che, invece, accade quasi in tutti i casi quando si verifica la presunta brutalità della polizia) e mi chiedo come mai”.