Pete Hegseth, nominato da Donald Trump capo del Pentagono, ha pagato la donna che lo ha accusato di aggressione sessuale nell’ambito di un accordo di riservatezza, anche se continua a ribadire che il rapporto è stato consensuale. Lo riporta il Washington Post citando l’avvocato di Hegseth, Timothy Parlatore.
Hegseth – ha riferito il legale – era “visibilmente ubriaco” al momento dell’incidente, e ha accettato di pagare una somma non precisata alla donna perché temeva che la rivelazione dell’accaduto avrebbe comportato il suo licenziamento da Fox, dove in quel momento lavorava. La dichiarazione del legale di Hegseth segue il rapporto dettagliato inviato nei giorni scorsi al transition team di Donald Trump da una donna amica della vittima.
Nel rapporto si afferma che l’ex anchor di Fox aveva violentato una ragazza di 30 anni nella sua stanza di albergo dopo un drink. La vittima ha sporto denuncia alla polizia di Monterey, California, alcuni giorni dopo l’incidente, ma le autorità non hanno presentato alcuna accusa. Dopo che la donna aveva minacciato di aprire un contenzioso nel 2020, Hegseth – ha messo in evidenza il suo legale – ha deciso di pagarla e farle firmare un NDA (Non disclosure agreement) ovvero un accordo di riservatezza.
Non c’è quindi al momento nessuna denuncia o indagine ufficiale contro Hegseth, 44 anni e veterano dell’esercito, che in passato si è distinto anche per le sue proteste contro le donne che servono in ruoli militari di combattimento. Non è però l’unico nome scelto da Trump ad avere potenziali problemi di giustizia per accuse di molestie sessuali (paragonabili a quelle che riguardano lo stesso presidente eletto). Matt Gaetz, il deputato della Florida scelto per il Dipartimento alla Giustizia – una delle nomine più controverse di Trump – è stato indagato per due anni per accuse di traffico sessuale – inclusa l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con una diciassettenne.