Sulla Est Coast, gli “Italians for Trump” hanno festeggiato la vittoria del tycoon alle elezioni. Carmine Berardi, leader del gruppo nato a Filadelfia a inizio estate, era all’interno del Palm Beach Convention Center quando Donald Trump è salito sul palco per il primo discorso da presidente eletto circondato dalla famiglia al gran completo e dai suoi collaboratori più stretti.

“Tutti eravamo fiduciosi – ha dichiarato Berardi, ricordando i sentimenti della notte fra il 5 e il 6 novembre alla chiusura dei seggi e all’arrivo dei primi risultati. – L’attesa è stata piuttosto tranquilla perché sapevamo di aver fatto un’ottima campagna elettorale e che ci sarebbe stata una risposta. Attorno alle 23:30, quando ha cominciato a cambiare la musica – Trump è passato in vantaggio in Georgia, Pennsylvania e Michigan – e l’adrenalina iniziava a salire. Verso l’1:30 è cambiato tutto con la vittoria della Pennsylvania. Abbiamo festeggiato fino alle 5:30 del mattino e alle 7 ero di nuovo in piedi”. Il giorno dopo, a festeggiamenti terminati, Palm Beach è tornata la tranquillità, ma “molte persone giravano per strada con i cappellini Maga sulla testa”.
Alla notizia della vittoria del GOP, gli “Italians for Trump” hanno festeggiato – a centinaia i messaggi di sostegno che sono arrivati a Berardi.
“Lo scorso giugno – ha spiegato Berardi – abbiamo fondato questo gruppo durante un rally a Filadelfia a seguito di un incontro del presidente con gli italoamericani”. Hanno risposto a questa chiamati gli italo-discendenti provenienti soprattutto da Filadelfia, Miami, New York e Chicago, dove sono presenti anche i consolati più grandi. Si sono riuniti sostenendo tre aspetti: l’economia americana; la pace – “durante la sua precedente amministrazione non ci sono state guerre e già da oggi circolano voci che Hamas sia disposto a ricominciare i negoziati” –; e l’immigrazione. “Noi siamo italoamericani. I miei nonni sono venuti qui con i miei genitori negli anni Settanta e non ci è stato regalato nulla. Hanno aspettato 7-8 anni per avere i documenti. È vero che siamo tutti immigrati, ma deve essere gestita in modo legale. Noi repubblicani non siamo contro l’immigrazione: deve essere regolata”.