Las Vegas, “Sin City”, cuore dell’America più folle e capitale di uno dei sette Stati più contesi in queste presidenziali: giovedì sera, Halloween, i comizi di Kamala Harris e Donald Trump si sono concentrati in Nevada, e hanno dato un’immagine chiara della differenza fra le due campagne elettorali e fra i due candidati.
Da un lato un comizio con madre, bambini, supporter in costume per celebrare la festa degli spettri, Jennifer Lopez ad accompagnare Kamala Harris e a parlare di donne e “Latinos” all’aria aperta in un paco. Dall’altro, Dixieland di Elvis e It’s a Man’s Man’s Man’s World di James Brown a scaldare una folla di berretti MAGA che ha applaudito urlando ogni volta che l’ex presidente ha attaccato i migranti e le “fake news” dei media, scandendo Fight! Fight! Fight!, il tutto condito da toni e battute misogine, a dimostrazione che in questi ultimi giorni di pazza campagna, i repubblicani puntano a distruggere Kamala Harris usando il semplicissimo argomento che è una donna.
Il Nevada ha un 30% di popolazione di ispanofoni, gruppo tradizionalmente democratico in questo Stato ma adesso più vicino alla idee di Trump: fuori da Las Vegas la disoccupazione è al 5,5%, più alta che ovunque altrove in Usa, e il prezzo della benzina è sopra la media nazionale.
Jennifer Lopez ha parlato 13 minuti, un discorso emotivo “sul palcoscenico più importante della mia vita” e ha fatto appello alla comunità dei latinos riferendosi all’ormai celebre comizio di Trump al Madison Square Garden domenica scorsa, quando il comico Tony Hinchcliffe ha definito Porto Rico “un’isola di spazzatura”.
“Non ha offeso solo i portoricani quel giorno ma tutti i latinos di questo paese, l’umanità e tutte le persone perbene” ha detto Lopez; il discorso del comico dimostra “chi è Trump davvero e cosa pensa”. L’attrice e cantante ha insistito: “Credo nel potere delle donne. Non c’è un candidato nella storia della presidenza più qualificato di Kamala Harris”. In Nevada l’ultimo sondaggio New York Times/Siena poll dà Harris al 52% fra gli ispanici contro il 42% di Trump.
Harris poi è salita sul palco fra applausi entusiasti e ha tenuto il suo discorso standard: “se venisse rieletto, Donald Trump entrerebbe in quell’ufficio con una lista di nemici. Io con una lista di cosa da fare, e in cima c’è abbassare il costo della vita”. Ha parlato del desiderio di Trump di seminare il caos e quando qualcuno nella folla ha scandito Lock him up! Lock him up!, incarceriamolo, ha risposto “Di questo si occupano i tribunali. Noi occupiamoci di novembre”.
Il comizio di Trump in uno stadio da hockey del ghiaccio a Henderson, fuori da Las Vegas, ha inanellato una serie di insulti e dichiarazioni iperboliche aggressive, sue e dei suoi oratori. Fra gli altri il presidente del partito repubblicano in Nevada, Michael Mcdonald, che ha preso in giro la risata di Harris e deriso gli uomini democratici definendoli “maschi Beta” mentre “noi siamo maschi Alfa”.
Il tono dell’evento è andato di conseguenza. “Vorrei cominciare con una domanda semplicissima: state meglio adesso di quattro anni fa?” ha esordito Trump. “No!” ha urlato la folla.
Quanto a Harris, “È la peggiore vice presidente nella storia del nostro paese. Kamala, sei licenziata! Vattene all’inferno fuori di qui. È orribile. E bugiarda. Ogni volta che apre bocca dice una bugia”. E ancora: “manca di intelligenza” e di “energia”, è un “disastro” e incapace di gestire anche un asilo nido, “è esausta, è finita”.
Poi Trump si è rivolto ai latinos affermando che avrà una quota record dei loro voti: “è semplice, gli ispanici vogliono grandi lavori, stipendi in aumento e comunità sicure. Li conosco bene, sono grandi lavoratori, grandi persone”.
L’importanza del tema delle donne si spiega anche con le parole di Kathy Holesapple, 56 anni, imprenditrice, pilota e meccanica aeronautica, fan di Trump. I democratici, dice intervistata dal Guardian al comizio, “stanno usando le donne contro i repubblicani ma la verità è che ci hanno tenute sotto e insultate chiamandoci Karen. Ogni volta che parliamo ci chiamano Karen. Le donne americane devono svegliarsi, e lo faranno, e capiranno che Trump sta dalla loro parte, sta dalla parte delle donne di tutto il mondo”.
Gli iscritti repubblicani al voto sono la maggioranza fra gli elettori che hanno fatto ricorso al voto anticipato in Nevada.