Come voterà l’America tra sei giorni? C’è tanta incertezza su chi sarà il prossimo vincitore delle presidenziali. I sondaggi sottolineano questi dubbi pubblicando giorno dopo giorno previsioni spesso contraddittorie a quelle effettuate solo qualche giorno prima. Di sicuro sono elezioni molto indecifrabili: i commentatori politici da mesi descrivono queste consultazioni come “imprevedibili”, “bloccate”, “i margini tra i due candidati così sottili come la lama di un rasoio”, “una elezione testa-o-croce”. Di fatto l’unica cosa certa è che sono impossibili da valutare con certezza assoluta.
Come è possibile che ci sia tanta indecisione tra gli elettori?
Elliott Morris, direttore dei data analytics di Abc News, afferma che secondo i suoi calcoli Trump ha 52 possibilità su 100 di vincere e Harris 48 possibilità su 100. La previsione – afferma Morris – non ha lo scopo di “pronosticare” chi sarà il vincitore, ma è una analisi sulle probabilità che ogni candidato ha di vincere. Il sito web di analisi dei sondaggi FiveThirtyEight, che fa parte della rete di notizie ABC News, raccoglie i dati sia intervistando direttamente i potenziali elettori, che prendendoli da altre società che conducono indagini demoscopiche.
I sondaggi sono una scienza empirica e vengono stilati in base alle risposte delle persone interpellate. Ovviamente se chi è intervistato non dice la verità agli intervistatori, le analisi sono sbilanciate.
Alcuni sondaggisti ritengono che i sostenitori di Trump scelgano di non partecipare ai sondaggi a causa della sfiducia che hanno nelle istituzioni, come i media tradizionali e le organizzazioni di sondaggi. Scott Keeter, ricercatore senior presso il Pew Research Center, ha detto a Newsweek che questa sfiducia potrebbe spiegare perché il sostegno a Trump è spesso sottorappresentato nei sondaggi. “I sostenitori di Trump vedono ombre dappertutto. Se scelgono di rispondere alle domande non sempre dicono la verità su chi voteranno”, ha detto Keeter.
Secondo gli studi condotti dagli esperti di demoscopia per due volte, nelle elezioni del 2016 e poi del 2020, i sondaggi hanno sottostimato il reale sostegno a Trump, un fatto questo che potrebbe rivelarsi vero anche la prossima settimana.
L’errore nei sondaggi del 2016 era stato attribuito al fatto che gli elettori avevano cambiato idea negli ultimi giorni della campagna (quando James Comey, allora direttore dell’Fbi, undici giorni prima del voto annunciò la riapertura delle indagini su Hillary Clinton per la vicenda delle email mandate dal server privato anziché da quello del Dipartimento di Stato). Il campione preso in esame, quello degli elettori con un’istruzione universitaria, che avevano maggiori probabilità di sostenere Hillary Clinton, era stato sovrarappresentato dagli analisti che non avevano considerato i cambiamenti di opinione dell’ultima settimana.
Nel 2020, gli esperti avevano più volte sottolineato i problemi riscontrati nel convincere i sostenitori di Trump a rispondere alle domande poste dai sondaggisti. Quelle elezioni si sono tenute durante la pandemia e hanno avuto un’affluenza record.
“Da allora – affermano i sondaggisti di FiveThirthyEight – sono state apportate molte modifiche alle “variabili” che vengono analizzate e le previsioni sono state più accurate nelle elezioni di Mid Term del 2022″. Ma Donald Trump, essendo quella una elezione di medio termine, non era sulla scheda elettorale e pertanto non si saprà fino a dopo il voto della prossima settimana se i cambiamenti di valutazione apportati hanno centrato l’obiettivo.
Berwood A. Yost, direttore del Center for Opinion Research presso il Franklin & Marshall College, ha spiegato che i sondaggi moderni comportano una combinazione di tecniche online, di testo e di altro tipo per raggiungere un pubblico più ampio, con una metodologia modificata per riflettere le mutevoli norme di comunicazione.
Negli ultimi due decenni, la diffusione dei cellulari, dei messaggi di testo e delle piattaforme online ha trasformato la ricerca. I metodi tradizionali, come le chiamate telefoniche con operatore in tempo reale, sono parte del passato e solo il 25% degli americani usa ancora il telefono fisso.
Affidarsi ai telefoni cellulari, tuttavia, introduce una nuova sfida: la maggior parte degli americani evita di rispondere alle chiamate sconosciute.
Spencer Kimball, direttore dell’Emerson College Polling e professore associato di Comunicazione politica all’Emerson College, afferma che i suoi studi utilizzano un mix di tecniche, tra cui sondaggi text-to-web, risposte vocali interattive su linee fisse, outreach via e-mail e panel di opt-in. Una combinazione che aiuta a raggiungere un pubblico più rappresentativo, in particolare gli elettori più giovani.
Secondo Pew, l’adeguamento dei campioni di sondaggi in base a più fattori migliora l’accuratezza. Uno dei sistemi usti adeguamento popolare è chiamato “voto ricordato”, una domanda in cui si chiede agli intervistati chi hanno sostenuto nelle precedenti elezioni. Alcuni sondaggisti ritengono che questo adeguamento aiuti a evitare di sottostimare il sostegno a Trump, mentre altri ritengono che sia una deduzione non conclusiva perché un voto del passato non necessariamente significa un voto attuale. I sondaggi eseguiti da CNN/SSRS, The Washington Post e Monmouth University utilizzano questa tecnica.
Nonostante i “vecchi” e i “nuovi” metodi per condurre le indagini demoscopiche, l’incertezza sulle previsioni di queste elezioni rimane; anche perché il sistema dei Collegi Elettorali, ovvero dei voti suddivisi per Stato, usato per eleggere il capo della Casa Bianca dà una ulteriore imprevedibile dinamica ad una competizione in cui non vince il candidato che prende più voti popolari in assoluto, ma quello che si aggiudica il maggior numero dei 538 Grandi Elettori attribuiti ai Collegi.