Una tragedia difficile da afferrare nella sua enormità, quella che si è scatenata in poche ore nel territorio della Comunità di Valencia e in altre zone della Spagna meridionale celebri in genere per le loro spiagge e la bellezza delle località turistiche. I morti sono almeno 158, a due giorni dagli eventi di martedì pomeriggio, dopo il ritrovamento di nove corpi tutti assieme in un garage del paese di La Torre, di cui 155 nella sola regione di Valencia; ma la pioggia sta facendo danni anche in Catalogna, nel nord est, e nella provincia orientale di Castellon.
Non c’è un calcolo preciso dei dispersi. Tre giorni di lutto nazionale, strade diventate torrenti di fango, ponti divelti dall’acqua, autostrade sprofondate, interi paesi isolati. Il treno ad alta velocità fra Valencia e la capitale Madrid sarà sospeso “per almeno due o tre settimane”.
Colpevole, una ondata di pioggia e vento molto più intensa e improvvisa di quanto annunciato. I sopravvissuti parlano di una “tromba d’aria ma fatta d’acqua, che però non si è fermata per ore”, allagando le case, i garage, le fabbriche dove in tanti sono rimasti intrappolati. “Purtroppo ci sono persone morte all’interno di alcuni veicoli”, ha dichiarato il ministro dei Trasporti spagnolo Óscar Puente riferendosi alle centinaia di auto e camion bloccati sulle strade coperte di fango.
Le storia che arrivano dal territorio sono strazianti. Racconta il quotidiano spagnolo El Pais, riportando voci da vari paesi: “C’è un uomo morto in garage da martedì e nessuno viene a prenderlo”, a Massanassa; a Valencia fra i dispersi Lourdes e il suo bebé, “li avevo visti chiedere aiuto dal tetto di una macchina”; a Sedavì un abitante dice “conosco almeno 30 persone che potrebbero essere morte”; le immagini restituiscono salvataggi disperati via elicottero dei pompieri, ancora oggi.

Infuriano le polemiche sull’allerta meteo da parte della Protezione civile che sarebbe stata insufficiente o tardiva. I dati però dicono che è caduta in poche ore l’acqua di tutto un anno; si sono riempiti i canali che straripando hanno travolto tutto.
In molte zone le autorità continuano a chiedere di non spostarsi o di restare in zone sopraelevate, anche con sms inviati a tappeto. E il rischio di pioggia permane: in certi paesi del territorio è tuttora allerta rossa e l’emergenza si sta spostando in altre regioni.
Sullo sfondo, le polemiche politiche e il difficile equilibrio fra governo nazionale e governi regionali (la Comunità di Valencia gode di vasta autonomia). Il leader nazionale del Partido Popular, Alberto Nunez Fejioò, accusa il governo di Madrid, mentre il premier socialista Pedro Sanchez, che oggi si è recato a Valencia a visitare i luoghi alluvionati, e il capo della Generalitat Valenciana, Carlos Mazòn, che pure è del PP, fanno mostra di solidarietà. Tanto che per ora Sanchez non dichiara l’emergenza nazionale, per non esautorare Mazòn.
