Sia Donald Trump che Kamala Harris mercoledì sera erano in Wisconsin, Stato chiave che secondo un sondaggio CNN adesso sarebbe spostato a favore della democratica. Ma intanto la campagna elettorale si è spostata sul tema – incongruo – dell’immondizia.
Donald Trump si è presentato in Wisconsin in un camion della spazzatura, e poi sul palco del comizio con un gilet giallo a strisce catarifrangenti, per sottolineare il punto: “trovo che mi doni”.
La questione era nata in origine sulla battuta su Porto Rico “isola di immondizia” pronunciata da un comico al comizio di Trump domenica al Madison Square Garden di New York. Ne è seguita una rivolta dei “latinos”, ma poi ci ha pensato l’inquilino della Casa Bianca, Joe Biden a facilitare le cose a Trump, con una frase che è stata interpretata come l’accusa a tutti gli elettori del repubblicano di essere “immondizia”. Kamala Harris si è precipitata a prendere le distanze.
Invece Trump si è presentato come il campione della spazzatura. A Green Bay, in una contea fortemente repubblicana, in una sala piena dei suoi sostenitori col cappello rosso, ha insistito: la candidata democratica non può essere la presidente di tutti gli americani se pensa che chi vota per l’avversario sia “immondizia”.
Un discorso di quasi 90 minuti – nella norma per lui – in cui ha arringato la folla: “Devo cominciare col dire che 250 milioni di americani non sono spazzatura”. Non è chiaro come sia arrivato al numero di 250 milioni: a spanne, dovrebbe essere l’intera popolazione degli Stati Uniti meno gli elettori di Biden nel 2020. “Questa settimana, Kamala ha paragonato i suoi oppositori politici ai peggiori assassini di massa della storia”, i nazisti, “e parlando a un comizio per lei ieri sera il truffatore Joe Biden finalmente ha detto quello che lui e Kamala pensano davvero dei nostri sostenitori. Ha detto che sono spazzatura!”

Anche la candidata democratica dunque era in Wisconsin, ennesima visita per lei, con toni molto diversi. Nella città di Madison, accompagnata da musicisti pop e folk (fra cui Remi Wolf, Gracie Abrams e Mumford & Sons) è tornata come già in Georgia a rivolgersi specificamente agli elettori della GenZ: “sono fiera di voi”.
La vicepresidente è apparsa piena di energia, probabilmente proprio per il sondaggio CNN che le dà sei punti di vantaggio su Trump in Wisconsin e 5 in Michigan, mentre la contesissima Pennsylvania appare spaccata a metà.
“Abbiamo sei giorni ancora prima di una delle elezioni più importanti della nostra vita” ha detto Harris dipingendo un quadro cupissimo in caso di vittoria di Trump: “Il primo giorno, Donald Trump arriverebbe con una lista di nemici in mano”. Poi ha enumerato i punti solidi del suo programma, rivolti per lo più a centristi e classe media, inclusa la proposta di un taglio delle tasse per le piccole imprese e l’allargamento dell’assicurazione sanitaria per le famiglie che hanno un anziano a casa. Fra gli applausi, è tornata a parlare di diritto all’aborto, giurando di rendere legge la tutela dell’interruzione di gravidanza.
Come ormai succede quasi sempre, da due zone della platea si sono elevate le proteste di manifestanti che volevano attirare l’attenzione sulla guerra a Gaza, urlando “free Palestine” e dispiegando bandiere. Harris rischia di perdere parecchi voti – a favore dell’indipendente Jill Stein – perché l’amministrazione democratica continua a fornire armi a Israele ed è accusata di non fare abbastanza per fermare la strage dei palestinesi.
Harris si è fermata e si è rivolta ai manifestanti: “Tutti vogliamo che la guerra a Gaza finisca e che gli ostaggi tornino a casa il prima possibile, e farò tutto quanto è in mio potere per farlo sapere”. Poi ha aggiunto, fra gli applausi, “Tutti hanno diritto di essere ascoltati, ma right now I am speaking, adesso sto parlando io”.
