Un sondaggio di Morning Consult rivela che un terzo, ovvero il 35% degli adulti statunitensi dichiara di aver visto, letto o sentito parlare di overtourism. Il fenomeno sta influenzando anche i comportamenti di viaggio. Più della metà di chi viaggia spesso per piacere ha evitato una destinazione perché sapeva che era sovraffollata di turisti e cerca luoghi alternativi da visitare. Secondo il report, i baby boomer sono i più preoccupati per l’impatto del turismo eccessivo, ma sono i giovani a evitare le località sovraffollate.
Il fenomeno dell’overtourism è riemerso con la ripresa del turismo di massa a livello globale dopo la pandemia. Già nel 2019, l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite ha chiesto che “tale crescita fosse gestita in modo responsabile in modo da cogliere al meglio le opportunità che il turismo può generare per le comunità di tutto il mondo”.
Come evidenzia il report, il fenomeno si manifesta in maniera particolarmente marcata in città come Barcellona e in altre città famose, tra cui Londra, Amsterdam, Dubrovnik, Venezia, Kyoto, Roma.
Dopo la pandemia, l’orientamento ai viaggi responsabili e sostenibili ha avuto breve durata, poiché la domanda è salita nel 2022 e nel 2023 dopo che le restrizioni di viaggio si sono allentate. Di conseguenza le destinazioni più gettonate sono state meta del turismo di massa.
Ciò si verifica, come segnala Hospitality Investor, quando la domanda turistica supera la capacità di carico da parte delle comunità ospitanti in una destinazione. Il fenomeno viene ulteriormente alimentato dalla catena di approvvigionamento turistico che stimola la domanda, e non considera gli effetti negativi che si ripercuotono sul benessere delle comunità locali.
Come si evince dal report di Morning Consult, le località turistiche cercano di affrontare il problema limitando l’accesso agli spazi pubblici, istituendo tasse di soggiorno o addirittura lanciando campagne anti-turismo.