Jeff Bezos, patron di Amazon e proprietario del Washington Post, ha scritto un articolo sul suo giornale per difendere la decisione di non appoggiare alcun candidato alle elezioni presidenziali statunitensi. La scelta di Bezos ha provocato diversi disordini in redazione, tra cui le dimissioni di alcuni membri del comitato editoriale e la perdita di 200.000 abbonati, che hanno cancellato i loro account con il giornale.
Il miliardario statunitense ha successivamente affermato di aver preso questa decisione poiché preoccupato che la gente avesse perso fiducia nei media tradizionali, a favore dei siti internet. “La maggior parte delle persone crede che i media siano di parte. Chi non se ne rende conto presta scarsa attenzione alla realtà, e chi combatte la realtà perde”, ha dichiarato Bezos.
“Gli endorsement presidenziali non servono a far pendere l’ago della bilancia di un’elezione”, ha aggiunto, “Nessun elettore indeciso in Pennsylvania dirà: ‘Mi affido all’appoggio del giornale A’. Nessuno. Ciò che gli endorsement presidenziali fanno è creare una percezione di parzialità. Una percezione di non indipendenza. Eliminarli è una decisione di principio, ed è quella giusta”.
Come ormai noto, in questi ultimi giorni, il patron del Post ed il suo editore, Will Lewis, hanno ricevuto una marea di critiche per non esseri schierati in questa tornata elettorale. Marty Baron, l’ex direttore del giornale, ha accusato i dirigenti del quotidiano, tra i più importanti del Paese, affermando: “Questa è vigliaccheria, e la democrazia ne è vittima”.

“Credo che con la candidatura di Donald Trump ci troviamo di fronte a una minaccia molto concreta di autocrazia”, ha invece dichiarato David Hoffman, vincitore del Premio Pulitzer per la sua serie sul Washington Post sulle ‘nuove tecnologie e le tattiche che i regimi autoritari usano per reprimere il dissenso nell’era digitale’, “Trovo insostenibile e inconcepibile che abbiamo perso la nostra voce in questo momento pericoloso”.
Circa 20 editorialisti del Post hanno inoltre firmato una dichiarazione congiunta in cui affermano che la decisione è “un abbandono delle convinzioni editoriali fondamentali del giornale che amiamo”.
Ha destato preoccupazione anche l’incontro tra i dirigenti dell’azienda aerospaziale di Bezos e Donald Trump, avvenuto lo stesso giorno in cui il giornale ha comunicato che non avrebbe sostenuto Kamala Harris. Nella sua rubrica, Bezos ha negato che gli interessi commerciali abbiano motivato la sua decisione e che l’incontro d’affari sia stato del tutto casuale.
Tuttavia, il patron di Amazon ha ammesso che la scelta avrebbe dovuto essere comunicata prima, e non a soli pochi giorni dall’Election Day. “Avrei preferito che questo cambiamento fosse avvenuto prima, in un momento più lontano dalle elezioni e dalle emozioni che le circondano”, ha concluso il multimiliardario, “Si è trattato di una pianificazione inadeguata e non di una strategia intenzionale”.