La rabbia da marciapiede, o più comunemente conosciuta come la sindrome da pedone aggressivo, è un fenomeno sempre più diffuso nelle metropoli americane.
Secondo Leon James professore di psicologia dell’Università delle Hawaii a Manoa, questa condizione si manifesta quando alcuni soggetti percepiscono il selciato u cui camminano come privato e lo vedono invaso da persone impertinenti.
Seppure non sia considerato un disturbo psichiatrico, risulta assimilata al disagio esplosivo intermittente (IED). Le reazioni spesso improvvise e violente fanno sembrare chi ne è affetto come un animale rinchiuso in gabbia.
Una delle situazioni più frequenti che scatenano questo particolare tipo di rabbia si ha quando soggetti che camminano, improvvisamente si fermano anche per scattare selfie, arrecando rallentamenti.
Coloro che sono affetti dal disturbo seguono un codice tutto loro: Pretendono che chi è in movimento debba mantenere la destra e non fermarsi mai. Solitamente sviluppano segni rivelatori della “malattia” che possono riguardare;
- Sensazione di stress e impazienza che cresce ad ogni passo;
- Borbottii rivolti a chi ostacola;
- Sorpassi ostili dei camminatori più lenti;
- Pensieri negativi sugli altri pedoni;
- Fantasie di vendetta nei confronti di chi intralcia.
Lo psicologo Marc Whittmann, ricercatore all’Istituto di Studi interdisciplinari di Psicologia e Igiene mentale di Friburgo, in Germania, ritiene che tutto possa derivare da uno sconvolgimento delle aspettative.
Molti “maratoneti” Immaginano di avere un percorso ben definito, con una sorta di orologio interno che scandisce il tempo. Quando qualcuno interrompe il loro “flusso”, si scatena l’inferno. È come se il loro viaggio fosse stato deragliato da un treno merci.
Le emozioni negative avvertite, oltre a influenzare lo stato d’animo, possono avere conseguenze fisiche molto gravi e contribuire a innescare mal di testa, insonnia e ipertensione.
La rabbia da marciapiede è quindi un fenomeno complesso che riflette non solo le dinamiche sociali di un contesto urbano affollato. Riconoscerla e affrontarla può migliorare le esperienze quotidiane e favorire una convivenza più armoniosa.