Si è aperta ieri nella città russa di Kazan l’intensa tre-giorni del vertice BRICS. Il gruppo – che come da acronimo era originariamente formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – consta attualmente di otto Stati impegnati a ridefinire l’architettura geopolitica globale, una sorta di “contrordine” rispetto a quello dominato dall’Occidente ed esemplificato dal G-7.
A fare visita nella capitale tatara è arrivato martedì anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che non metteva piede in Russia dall’aprile 2022. Una visita che ha inevitabilmente suscitato reazioni contrastanti. Mentre da Mosca si sottolinea l’importanza del summit per il dialogo internazionale, l’Ucraina ha stigmatizzato la scelta di Guterres e lo ha accusato di non contribuire alla causa della pace.
“Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha respinto l’invito dell’Ucraina al primo Vertice globale per la pace in Svizzera. Tuttavia, ha accettato l’invito a Kazan del criminale di guerra Putin. È una scelta sbagliata che non contribuisce alla causa della pace. Non fa altro che danneggiare la reputazione delle Nazioni Unite”. Di tenore simile le dichiarazioni personali del ministro Dmytro Kuleba: “Guterres deve scegliere se stare dalla parte della pace o della violenza. La sua presenza in un contesto come questo non fa che avallare le azioni di Mosca.”
A stretto giro è arrivata la replica di Guterres, incentrata sulla necessità di mantenere aperti i canali di comunicazione: “È fondamentale avviare un dialogo costruttivo e trovare soluzioni ai conflitti che affliggono il nostro mondo. Solo attraverso il dialogo possiamo sperare di costruire un futuro di pace e cooperazione.”
Il funzionario di origini portoghesi incontrerà il presidente Vladimir Putin, con il quale Guterres intende “riportare l’attenzione sulle condizioni necessarie per una pace giusta, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite.”
“È fondamentale che tutti i leader, indipendentemente dalle controversie, si impegnino a lavorare per la pace. La storia ci insegna che il dialogo, anche con coloro che sono sotto accusa, è essenziale per il progresso.”
La missione di Guterres, a quanto si apprende, sarà incentrata soprattutto sul tema della sicurezza alimentare e della navigazione nel Mar Nero. “La situazione attuale non può compromettere la sicurezza alimentare globale. È essenziale che le rotte marittime siano sicure, specialmente per le nazioni più vulnerabili.”
I BRICS, nati come un gruppo di paesi emergenti, hanno visto un’espansione significativa quest’anno, accettando nelle proprie fila l’Egitto, l’Etiopia, l’Iran e gli Emirati Arabi Uniti. Un cambio di paradigma con cui le nazioni del Sud Globale – che formano il 37% del PIL mondiale e più del 41% della popolazione globale – cercano di far sentire la propria voce in un mondo a loro dire dominato dall’Occidente.
Un occasione d’oro per il padrone di casa Putin, che nonostante il mandato di arresto emesso oltre un anno fa dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra continua a essere percepito come un leader rispettato e autorevole.
La strategia di lungo periodo del Cremlino si basa su un rafforzamento delle relazioni economiche e politiche con i membri BRICS, visti come premessa fondamentale per una ristrutturazione delle dinamiche globali. Su impulso russo, il vertice del 2024 affronta la necessità di ridurre il numero di transazioni internazionali denominati in dollari, privando Washington della leva delle sanzioni come mezzo per imporre la propria volontà politica.
Presenti a Kazan il presidente cinese, Xi Jinping, che ha elogiato la “profonda” amicizia tra Mosca e Pechino in une “situazione internazionale è caotica e intrecciata”, ma anche il primo ministro indiano, Narendra Modi, che ha dichiarato di auspicarsi una soluzione rapida e pacifica del conflitto in Ucraina. In Tatarstan è arrivato anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che pur essendo a capo di un Paese membro della NATO potrebbe presto unirsi al blocco anti-occidentale.